I colori della STORIA - volume 2

7.1 I REGNI ROMANO-GERMANICI Il declino demografico, l abbandono delle campagne e il venir meno di un bagaglio tecnologico accumulato nei secoli determinarono una notevole riduzione della capacità produttiva dell agricoltura europea. Essa rimaneva in grado di sfamare una popolazione ridotta, ma la sua capacità di generare esportazioni e flussi commerciali era decisamente compromessa. L ECONOMIA DI SUSSISTENZA Questa situazione era anche una conseguenza della nuova organizzazione delle aree rurali e dei rapporti sociali vigenti nelle campagne. Quando si insediarono nelle nuove terre, i Germani rimasero prevalentemente dediti alle attività militari, mentre i lavori agricoli continuarono a essere eseguiti dal ceto contadino di origine romana, spesso ridotto in condizioni servili. All interno delle nuove formazioni statali la divisione delle terre si fondò sul principio dell hospitalitas, in base al quale un terzo dei possedimenti fondiari era assegnato ai nuovi dominatori, mentre il resto era lasciato ai loro antichi possessori. Questo tipo di organizzazione della proprietà fondiaria aggravò la diminuzione della resa produttiva dei campi, soprattutto perché, a differenza dei latifondisti di epoca romana, che avevano tratto grandi profitti dallo sviluppo delle colture più redditizie e dall esportazione dei loro prodotti, i nuovi padroni non erano interessati all espansione commerciale derivante dalla vendita dei beni agricoli. carta interattiva SULLA CARTA Sassoni Re no o ce a n o i co Atlant Turingi Slavi Gepidi Longobardi Franchi Milano Burgundi Ravenna Danu vari bio Genova Marsiglia Roma Efeso Cirene Alessandria ri Antiochia m a r M e di t e r ra n e o Foreste Trebisonda Cesarea Sasanidi Ctesifonte seta (dalla Cina) Damasco Gerusalemme spezie e stoffe (dall India) go Boschi, pascoli e pianure lfo Steppe Zone paludose Flotte bizantine Pe r Ro Rotte e vie commerciali ma Zone desertiche sso L espansione delle foreste in Europa. 150 io Atene Nicomedia Ti g Cartagine Palermo Ca s p Visigoti Cadice Brindisi Costantinopoli Napoli Tarragona m a r N e ro mar Svevi Il regresso dell agricoltura europea, a partire dal V secolo, fu un elemento del più ampio declino economico che accompagnò la fine dell impero romano in Occidente. In questo contesto, i fattori di crisi tesero ad amplificarsi reciprocamente. Il crollo dei commerci, per esempio, determinò difficoltà nell approvvigionamento dei metalli che aggravarono la contrazione delle attività artigianali, già colpite dallo spopolamento delle città. La mancanza di artigiani in grado di produrre strumenti complessi comportò il ritorno all uso di attrezzi agricoli in legno che, essendo meno efficienti, determinavano rese inferiori. La diminuzione dei raccolti influiva a sua volta sulla disponibilità di cibo, alimentando una spirale regressiva che avrebbe caratterizzato a lungo l economia e la vita sociale dell Europa. Analogamente, la riduzione degli scambi commerciali disincentivò gli investimenti nelle produzioni destinate all esportazione, come l olio e il vino. Il posto dei vigneti e degli uliveti fu preso dalle coltivazioni di cereali, che avrebbero costituito per secoli la base dell alimentazione europea, ma che, essendo poco redditizie, non generavano profitti da reinvestire nel miglioramento delle tecniche agricole o nei commerci e nell artigianato. Il ritorno a un economia di sussistenza si tradusse anche in una sostanziale scomparsa della circolazione monetaria e nella ripresa di attività che nell economia romana erano divenute marginali. Per integrare le scarse risorse alimentari Crisi dell impero Fine dell impero romano d Occidente III secolo d.C. 476 d.C. rsi co

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I colori della STORIA - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille