La scala indica il rapporto tra la realtà e la rappresentazione
Quando si realizza una carta, occorre quindi decidere quanto si vuole rimpicciolire il territorio da rappresentare, e questo dipenderà dall’estensione del territorio, dalle dimensioni che si vogliono dare alla carta e dall’uso che se ne vuole fare. Si decide cioè quale rapporto vogliamo mantenere tra la realtà (il territorio) e la rappresentazione che costruiamo (la carta): questo rapporto è detto scala, e la riduzione che effettuiamo si chiama perciò riduzione in scala.
Ogni carta geografica deve riportare la scala che è stata utilizzata per realizzarla, perché si tratta di un’informazione fondamentale per capire quanto è grande il territorio che stiamo guardando sulla carta.
Nelle carte geografiche, generalmente, la scala è indicata come scala numerica o scala grafica: la scala numerica ci dice quante volte sono state ridotte le misure reali per tracciare la carta, mentre la scala grafica esemplifica la corrispondenza tra distanze rappresentate sulla carta e distanze reali. Più piccoli sono i numeri della scala numerica, più grandi appaiono sulla carta gli elementi del territorio rappresentato; viceversa, quanto più grandi sono i numeri, tanto più gli elementi rappresentati sono stati ridotti.
La scelta della scala non dipende dal cartografo, ma dallo scopo a cui la carta è destinata. La pianta di un appartamento o di un parco pubblico deve rappresentare un’area limitata all’interno della quale occorre mettere bene in evidenza tutti i particolari (porte, finestre, mobili oppure, nel caso del parco, fontane, statue, chioschi), perciò è inevitabile che venga scelta una scala diversa da quella di una carta che deve riprodurre un intero Paese o addirittura un continente.