Storia di una famiglia
I protagonisti di questa storia sono: l’infinito, il gerundio e il gerundivo. La loro vicenda è legata a uno dei costrutti più originali del latino: la perifrastica passiva.
Il signor Infinito era un brav’uomo, gran lavoratore. Da giovane era entrato in società con gli Accusativo e aveva dato vita a una fiorente industria che produceva frasi subordinate, entrate a buon diritto nel mercato del Periodo con il nome del fondatore, le “Infinitive”. Agli inizi della sua carriera aveva sposato una graziosa ragazza della numerosa famiglia Sostantivi e aveva avuto un figlio, a cui con orgoglio aveva dato il nome di Gerundio, volendo contraddistinguere la sua discendenza con il suffisso ND. Gerundio era sveglio e ambizioso e ben presto ebbe un ruolo importante nella ditta del padre: responsabile della gestione dei rapporti con i partner esterni, in particolare la società Casi & Complementi, che forniva molti contratti di lavoro.
La moglie di Infinito, però, era annoiata e scontenta e un bel giorno fece le valigie e se ne andò, facendo perdere le sue tracce. Infinito rimase con il figlio e insieme continuarono a dare lustro alla loro azienda. Non passò molto tempo, poco più di un anno, ed ecco che la ex signora Infinito fece ritorno, portando come dono di riconciliazione un bel neonato, vispo e sorridente.
Infinito, che era un pezzo di pane, li accolse entrambi, e diede al nuovo arrivato il nome Gerundivo, con il suffisso ND, per far capire a tutti che lo considerava figlio suo. Gerundivo cresceva, viziato e coccolato anche da Gerundio, che da subito gli aveva voluto bene. Quando fu il momento, il fratello maggiore decise, in accordo con il padre, di introdurre Gerundivo nell’azienda di famiglia e lo fece partecipare agli scambi commerciali che intratteneva con la società Casi & Complementi.
Il giovane Gerundivo, però, non era contento, discuteva di continuo gli incarichi che gli venivano affidati e metteva a dura prova anche l’infinita pazienza del fratello: «Gerundio, non mi chiedere di incontrare di nuovo quei pedanti di Genitivo e Ablativo Semplice, non riuscirei a sopportarli, vai tu al posto mio alla riunione!». E poi: «Devi incontrare Accusativo e Dativo? Perché tu? Vado io!». E ancora: «È mio il contratto con Ablativo Con Preposizione! Non metterti in mezzo!».
Piuttosto indisponente, non vi sembra? Ed è naturale chiedersi quali fossero le ragioni del suo comportamento: forse aveva ereditato l’insofferenza della madre – che nel frattempo aveva abbandonato marito e figli per la seconda volta, per andare chissà dove –, forse era troppo viziato o più probabilmente non si sentiva davvero parte della famiglia. La madre non aveva mai detto chi fosse il padre naturale di Gerundivo, ma a Infinito e Gerundio fu subito chiaro che doveva essere un componente della famiglia Aggettivi: l’inclinazione del ragazzo a far comunella con Nomi di ogni genere non lasciava dubbi.
Il tempo passava e il carattere di Gerundivo peggiorava, diventando sempre più accigliato e insolente. Infinito, non sapendo più che pesci prendere, pensò di chiedere consiglio all’amico Esse, della importante e antica famiglia Sum, da tutti rispettata e considerata indispensabile per la stabilità sociale. Esse accettò di parlare con Gerundivo e, convocatolo nel suo piccolo ufficio – era un tipo modesto, nonostante il prestigio che gli derivava dal suo ruolo di guida – parlò con lui a lungo, cercando di capire cosa davvero potesse farlo felice e soprattutto fosse utile per l’ordine e l’armonia di tutta Sintassi. E lo capì: «Quello che ci vuole è una Perifrastica – esclamo soddisfatto – abbiamo già Attiva, ma ci mancava Passiva ed è ciò che faremo!». Coinvolse Gerundivo nel suo progetto, sfruttando l’inclinazione del giovane a fare da Predicativo, cosa che gli riusciva davvero bene, senza sforzo, e che nelle scorribande con Nomi lo faceva sentire importante. Esse stabilì che Gerundivo esprimesse il dovere, l’urgenza di compiere un’azione, accompagnato e sostenuto sempre dalle voci del verbo Sum, ma nella forma passiva, per sottolinearne il carattere di necessità. Gerundivo fu entusiasta, vedendo in quel nuovo ruolo l’occasione per essere se stesso, senza scendere a compromessi, ma nel contempo accettato da tutti.
E tutti lo accettarono, attivandosi subito per inserire il nuovo costrutto nell’ordine sintattico.
L’unico scontento fu Dovere Servile, che vide il suo ruolo molto ridimensionato, ma nessuno se ne curò: era un Verbo, sempre intento ad ammonire e redarguire, troppo serioso e austero per essere simpatico.