La proposizione finale si esprime in latino con ut se affermativa o ne se negativa + congiuntivo presente o imperfetto. Vediamo degli esempi.
Esempio
Multa pensa et exempla tibi mitto ut discas (possis discere)
In Galliam me duco ut ducam (possim ducere) nova negotia
Te ad litteras latinas adiuvo ne magistrer te puniat (possit punire)
Cambiamo i tempi verbali.
Esempio
Multa pensa et exempla tibi misi ut disceres (posses discere)
In Galliam me duxi ut ducerem (possem ducere) nova negotia
Te ad litteras latinas adiuvi ne magistrer te puniret (posset punire)
Lo schema dei rapporti temporali è il seguente:
- tempo presente nella reggente → ut/ne + congiuntivo presente nella subordinata;
- tempo passato nella reggente → ut/ne + congiuntivo imperfetto nella subordinata.
La proposizione finale può essere introdotta da quo se in essa si trova un comparativo. Vediamo un esempio.
Esempio
Ab initio res vobis exponemus, quo facilius intellegatis (Cic.)
Il comparativo presente nella subordinata finale è l’avverbio facilius, che significa “più facilmente”, il cui grado positivo è facile.
In italiano la subordinata finale può essere tradotta oltre che con perché, anche con affinché. Il modo è sempre il congiuntivo.