Dopo sum, il verbo latino a più alta frequenza è possum (“potere”), che è un composto di sum. Si tratta di un verbo servile che, proprio come accade in italiano, regge quindi direttamente un infinito.
Esempio
Bonos discipulos laudāre possumus
Possiamo lodare i buoni discepoli
Le voci verbali di possum sono formate dall’incontro del preverbo pot- (che ha il significato di “potente”, “capace”) e le forme del verbo sum.
La t finale del preverbo:
- si mantiene inalterata davanti alle forme di sum che iniziano per vocale
(es. → potes, potest, poterat); - si assimila davanti a quelle che iniziano per s
(es. → pot + sum = possum; pot + sumus = possumus).
L’infinito presente del verbo possum è posse e non potesse, per il fenomeno fonetico della sincope, a cui segue quello dell’assimilazione. Esso consiste nella scomparsa di un suono o di una sillaba all’interno di una parola (quando la caduta avviene in posizione finale si parla invece di apocope) ed è un processo di semplificazione. Vediamo come:
- po(te)sse → posse.
Riportiamo di seguito la coniugazione del presente, dell’imperfetto indicativo e del futuro semplice indicativo del verbo possum (“potere”).