T2 - Oboe sommerso (Oboe sommerso)

Ermetismo e dintorni T2 Oboe sommerso audiolettura Salvatore Quasimodo, Oboe sommerso questo il testo che dà il titolo alla prima delle due raccolte più propriamente ermetiche di Quasimodo. Vi si trovano le tipiche modalità espressive e stilistiche di quella stagione letteraria, nell abbozzo di un ritratto psicologico indefinito e sfuggente. Ambiguità e aridità dell esistenza METRO Versi liberi. Avara pena, tarda il tuo dono in questa mia ora di sospirati abbandoni. 5 Un òboe gelido risillaba gioia di foglie perenni, non mie, e smemora; in me si fa sera: l acqua tramonta sulle mie mani erbose. 10 Ali oscillano in fioco cielo, labili: il cuore trasmigra ed io son gerbido, Arnold B cklin, L isola dei morti, 1880. Basilea, Kunstmuseum. e i giorni una maceria. 4 òboe: strumento musicale a fiato, ad an- cia doppia, dal timbro leggermente nasale e molto penetrante. 6 smemora: perde la memoria. 10 fioco: debole (detto di voce o di suono). 11 trasmigra: cambia di sede. 12 gerbido: terreno incolto. Ma per l am- biguità di questa parola vedi l analisi del testo. Dentro il TESTO Una poesia oscura Le molte interpretazioni possibili I contenuti tematici una poesia che rende molto bene l idea di quell oscurità tipica del gusto ermetico. Infatti i versi, più che dire qualcosa di preciso, sembrano alludere a una condizione, che non descrivono, ma lasciano soltanto intuire. Capiamo che si tratta di una condizione di tristezza, forse di angoscia, come suggeriscono alcune parole chiave del testo quali pena (v. 1), abbandoni (v. 3), gelido (v. 4), sera (v. 7), maceria (v. 13). Poi tutto deve essere immaginato o indovinato, sulla scorta degli echi generati dalle parole, molte delle quali appartenenti a un lessico ricercato, e sulla base delle suggestioni foniche e timbriche dei versi. I significati, infatti, rimangono in gran parte ambigui e misteriosi. Per esempio il verbo tarda (v. 1) potrebbe essere sia imperativo alla seconda persona singolare (in tal caso soggetto sarebbe il tu ricavabile dall apostrofe all Avara pena, mentre dono sarebbe complemento oggetto) sia indicativo alla terza persona singolare (in questo caso soggetto sarebbe il tuo dono): nella prima ipotesi il poeta esprimerebbe un auspicio, quello di ricevere il più tardi possibile il dono (detto ironicamente), cioè gli effetti, della pena (il «male di vivere ?); nella seconda ipotesi la sua sarebbe una constatazione di una realtà di fatto, vale a dire che la sofferenza indugia a manifestarsi in tutta la sua potenziale violenza. Aggiungiamo che tra avara pena e dono si crea un antitesi* (in genere chi è avaro 985

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi