Il tesoro della letteratura - volume 3

Eugenio Montale Ossi di seppia Fra i rimedi contro il «male di vivere ci sono per Montale l ignoranza e la rassegnazione. Ma soprattutto c è la scelta stoica della rinuncia alle emozioni, l assunzione di un atteggiamento distaccato che assomiglia alla «divina Indifferenza . Se nelle raccolte successive la figura femminile svolge un ruolo salvifico e angelico, negli Ossi di seppia essa è ancora una fugace apparizione, ombra o ricordo. Il paesaggio ligure delle Cinque Terre, scenario mediterraneo arido e immobile nei pomeriggi estivi, è emblema dell animo disilluso del poeta. Il mare è un richiamo da cui però il poeta si sente respinto come un osso di seppia. Schopenhauer. L opposizione semantica fondamentale che caratterizza la raccolta la necessità contro il miracolo si declina in immagini concrete, che tornano a più riprese: il «varco nel muro, l «anello della catena «che non tiene , la smagliatura nella rete. L antidoto Nell attesa sconsolata di un improbabile fuga, per arginare il «male di vivere , il poeta prende in considerazione un ventaglio di rimedi, tra i quali spiccano l ignoranza, la rassegnazione e soprattutto la «divina Indifferenza (Spesso il male di vivere ho incontrato ( T9, p. 958), ovvero la rinuncia alle emozioni. L unico conforto proviene dalla scelta stoica della atarassia : scartata l ipotesi di un rifugio nelle braccia della natura, il poeta si riconosce piuttosto negli «ossi di seppia trasportati dalle onde e ributtati sul bagnasciuga. Anche la regressione verso l infanzia appare impossibile: a precludere la via è l azione inesorabile del tempo, che demolisce tutto, anche i ricordi. la parola in sintesi Atarassia Termine greco usato dal filosofo Democrito (IV sec. a.C.), e poi dalle scuole epicuree, stoiche e scettiche, che indica lo stato di indifferente serenità del saggio, che ha raggiunto il dominio delle proprie passioni ed è imperturbabile di fronte alle vicende del mondo. Il fantasma femminile Se non dal passato o dal senso di armonia con la natura, una speranza di salvezza potrà forse venire dai rapporti umani. Nella poesia inaugurale, In limine, il poeta si rivolge a un tu femminile, esortandolo a fuggire, lei che forse può farlo, dalla comune prigione: «Cerca una maglia rotta nella rete / che ci stringe, tu balza fuori, fuggi! / Va, per te l ho pregato, ora la sete / mi sarà lieve, meno acre la ruggine . Questo fantasma poi scompare, riapparendo solo negli ultimi componimenti, dove il poeta ripropone il gesto d offerta, deciso a barattare la gioia di lei «con la mia condanna e a dare la propria avara speranza «in pegno al tuo fato, che ti scampi . Ma anche l apparizione femminile è destinata a dissolversi come ombra o, al massimo, come ricordo di brevi momenti di quiete goduti e poi svaniti. Della «vita strozzata non restano alla fine che pochi cenni o gesti, poi spariti. Il paesaggio ligure «Sono un albero bruciato dallo scirocco anzi tempo : così Montale si descrive in una lettera a Svevo, scritta poco dopo l uscita degli Ossi di seppia. Il paragone riprende una strategia rappresentativa sistematicamente utilizzata nella raccolta, dove il poeta è solito proiettare il proprio stato d animo sul paesaggio della natia Liguria. Come Alcyone di d Annunzio è stato definito il diario di un estate in Versilia, così gli Ossi potrebbero costituire il diario di un estate alle Cinque Terre. Ma al panismo dannunziano Montale sostituisce un estetica dello scarto, del rottame . Gli scenari mediterranei, bruciati dal sole, immobili nel calore soffocante delle ore pomeridiane, non hanno nulla di idillico: piuttosto, consentono di tradurre in immagini di luminosa evidenza l aridità che dissecca l animo del poeta. E tuttavia i medesimi scenari possono in alcune occasioni assumere una valenza positiva. Da un lato, infatti, favoriscono la sospensione del tempo che consente il dominio sulle passioni, o prelude all avvento dell auspicato «miracolo ; dall altro suggeriscono al poeta l atteggiamento «scabro ed essenziale adeguato a fronteggiare una realtà sconfortante. Il mare L ipotesi di un abbandono fiducioso alla natura si affaccia nei componimenti della serie Mediterraneo, in cui Montale si rivolge direttamente al mare. Ma presto nel serrato monologo prende il sopravvento la coscienza di un unità impossibile: «Giunge a volte, repente [rapida, all improvviso], / un ora che il tuo cuore disumano / ci spaura e dal nostro si divide . Il fascino dell indistinto evocato dal mare di una vita libera dalle convenzioni e dalla schiavitù della ragione attira irresistibilmente l io lirico, sedotto dalle infinite modulazioni pittoriche e musicali delle onde, ma da esse respinto come un «osso di seppia . Il distacco dal mare più volte chiamato «padre sta a indi947

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi