La struttura e i modelli

Eugenio Montale Ossi di seppia in sintesi Alla prima edizione del 1925, accolta tiepidamente dalla critica, ne seguono altre, riviste ed emendate, nel 1928, nel 1931 e nel 1942. Gli «ossi di seppia del titolo, conchiglie interne delle seppie ridotte alla candida essenzialità e restituite inerti dal mare alla spiaggia, rappresentano un perfetto correlativo oggettivo dello stato d animo dominante nella raccolta, ossia sono emblematici del senso di aridità e solitudine in cui versa l uomo logorato dall esistenza. Le edizioni degli Ossi di seppia Ossi di seppia, raccolta d esordio di Montale, è pubblicata nel giugno del 1925 presso le edizioni dell intellettuale antifascista torinese Piero Gobetti, il quale poco prima aveva accolto sul Baretti , rivista da lui diretta, un importante intervento teorico del poeta dal titolo Stile e tradizione. La critica riserva agli Ossi un accoglienza nel complesso tiepida; all autore, che gli aveva manifestato la propria delusione, l amico scrittore Sergio Solmi risponde: «Il tuo è uno di quei libri che ad attendere hanno tutto da guadagnare . Le sue parole risulteranno profetiche. Nel 1928 Montale fa stampare da un altro editore torinese, Ribet, un edizione degli Ossi di seppia con una prefazione firmata da Alfredo Gargiulo, critico allora molto influente. Una terza edizione compare a Lanciano, presso l editore Carabba, nel 1931, e una quarta, l ultima che rechi correzioni rilevanti, di nuovo a Torino, presso Einaudi, nel 1942. Nel decennio precedente Montale era stato (erroneamente) assimilato alla corrente dell Ermetismo, diventando al tempo stesso un punto di riferimento culturale per un intera generazione di intellettuali antifascisti di vario orientamento. Il titolo In origine Montale aveva pensato di intitolare il suo primo libro Rottami, dove il riferimento a materiali deteriorati rimandava alla condizione di logorio esistenziale in cui egli si dibatteva, e insieme echeggiava altri titoli di autori liguri già noti, come Frantumi (1918) di Giovanni Boine (1887-1917), e soprattutto Trucioli (1920) dell amico Camillo Sbarbaro (1888-1967). In seguito però la scelta cade su Ossi di seppia, che suggerisce fin da subito l antitesi fra mare e terra che percorre l intero libro. Gli ossi , infatti, sono le conchiglie dorsali delle seppie, levigate dal mare, che le restituisce alle spiagge ridotte alla loro candida essenzialità. Essi perciò rappresentano un perfetto correlativo oggettivo dello stato d animo dominante nella raccolta, in cui il poeta sostituisce all idea dannunziana di una panica fusione tra l individuo e la natura un sentimento di aridità, disagio, solitudine, solo a tratti lenito dall azione benefica del mare Mediterraneo. La struttura e i modelli La constatazione dell illusorietà di ogni entusiasmo per la vita, che al massimo si può sperimentare come «miracolo , come breve e improvvisa interruzione del corso delle cose, porta il poeta a maturare la coscienza di un «male di vivere che non ha via d uscita. Un romanzo di formazione bloccato L intera raccolta insiste sulla medesima dinamica. Il poeta constata l impossibilità dell «incanto , cioè di un consolante ed effimero entusiasmo per la vita: lo scacco esistenziale non conosce alcuna possibilità di evasione dai meccanismi ripetitivi della vita quotidiana, né nel tempo (tramite il ricordo) né nello spazio (tramite un immersione nella natura). Cadute le illusioni, subentra la coscienza di un «male di vivere che non ha via d uscita. L itinerario di formazione a cui l opera tendeva resta così «strozzato , bloccato nei suoi sviluppi: al poeta non resta che accettare «senza viltà il destino amaro che la vita riserva. Solo a tratti un «miracolo riesce a interrompere il corso delle cose, restituendo senso e armonia alla realtà. Non occorrono per questo una fede religiosa o sensibilità squisite: basta lasciarsi sorprendere da improvvisi momenti di vitalità, da un bagliore prodigioso, dal benessere inatteso che può per esempio procurare l odore intenso dei limoni lungo la propria strada. Le situazioni descritte non si traducono quindi in una parabola narrativa lineare, che consenta di leggere le singole liriche in successione, dall inizio alla fine, come tappe di un evoluzione. Quest ultima va riconosciuta piuttosto all interno delle diverse sezioni in cui il libro è suddiviso, che andranno dunque lette in parallelo e che propongono ciascuna secondo diverse modalità la dialettica tra grazia e condanna, tra speranza e illusione: una dialettica che puntualmente si risolve a favore dei secondi termini delle coppie. 945

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi