L’OPERA - Ossi di seppia

L opera Ossi di seppia T6 I limoni T7 Non chiederci la parola T8 Meriggiare pallido e assorto T9 Spesso il male di vivere ho incontrato T10 Forse un mattino andando in un aria di vetro T11 Cigola la carrucola del pozzo T12 Upupa, ilare uccello calunniato in sintesi Il «male di vivere , che si rispecchia nella natura arida della Liguria, attraversa come un corso d acqua sotterraneo tutta la poesia di Montale. Un paesaggio dell anima La pubblicazione degli Ossi di seppia, nel 1925, avviene in un periodo di cambiamento, tanto sul piano politico quanto su quello letterario. Mentre il fascismo, dopo il delitto Matteotti, sta completando la svolta autoritaria che porterà il paese alla dittatura, in ambito poetico i fermenti delle avanguardie convivono con le ipotesi di un ritorno all ordine , cioè ai caratteri e ai valori della grande tradizione classica italiana. Senza aderire ad alcuna corrente, Montale riesce nell impresa di ricavare il meglio dalle esperienze più significative del suo tempo, costruendo un opera che si pone al loro crocevia, in un difficile equilibrio tra componenti eterogenee. Negli Ossi di seppia prende forma uno dei grandi paesaggi dell anima della lirica europea del XX secolo. Montale traspone nella natura mediterranea arida e insieme fascinosa della natia Liguria il «male di vivere che gli impedisce di trovare la propria strada nel mondo. La sua risposta a una realtà percepita come falsa e assurda non consiste nel pianto dei Crepuscolari, e nemmeno nell abbandono alla natura: il panismo dannunziano di Alcyone rappresenta per lui una scorciatoia impraticabile. Ora si tratta di affrontare con stoica fermezza i tormenti che la vita infligge, riconoscendo di volta in volta «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo . La genesi e la composizione Pubblicati nel 1925 gli Ossi di seppia raccolgono componimenti apparsi su riviste fra il 1922 e il 1924 e una poesia giovanile, del 1916: Meriggiare pallido e assorto. 944 Montale prima di Montale Nell Intervista immaginaria, pubblicata nel 1946, Montale ricordava di avere scritto da ragazzo «versi umoristici , qualche poesia «grottesco-crepuscolare alla maniera di Aldo Palazzeschi, e più tardi qualche «sonetto tra filosofico e parnassiano (il parnassianesimo fu un movimento poetico francese del secondo Ottocento, che attribuiva particolare importanza alla forma). Tutti questi esperimenti giovanili rimangono inediti, a differenza del primo frammento che il poeta ligure riconosce come veramente suo , ovvero Meriggiare pallido e assorto ( T8, p. 955), che comincia a scrivere già nel 1916 e che viene inserito negli Ossi di seppia, al pari di vari testi comparsi in riviste tra il 1922 e il 1924.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi