Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento 55 60 scritta là. Il sempreverde alloro per la cucina resiste, la voce non muta, Ravenna è lontana, distilla veleno una fede feroce. Che vuole da te? Non si cede voce, leggenda o destino Ma è tardi, sempre più tardi. 55 alloro per la cucina: la fronda con cui gli antichi intrecciavano le corone dei poeti è ridotta a ingrediente per la preparazione di piatti. 57 Ravenna: scenario della prima parte del componimento. 58 una fede feroce: il regime nazista. Quando Montale scrive questi versi l Austria è stata da poco annessa alla Germania hitleriana. 59 Che vuole da te?: che cosa vuole da te questa fede feroce (v. 58)? in che modo essa ti riguarda? 59-60 Non si cede destino: non è pos- sibile sacrificare i propri valori, personali e familiari, come il nazismo chiede di fare agli ebrei, chiedendo loro, di fatto, un abiura impossibile. Dentro il TESTO Dora come un uccello migratore La vecchia Europa Una tessitura retorica nel segno della leggerezza 936 I contenuti tematici Il ritratto di Dora Markus una delle più suggestive e complesse figure femminili nella vita di Montale si fonda sulla contraddizione esistenziale che la vede divisa tra irrequietudine (v. 16) e impassibilità, tra l ansia che intimamente la consuma e il lago / d indifferenza (vv. 23-24) in cui sprofonda la sua vita, priva di certezze e speranze. Nello scenario adriatico di una Ravenna fuligginosa e bizantina Montale ritrae una «vita strozzata , senza vie d uscita. Simile agli uccelli migratori, che nelle tempeste sbattono contro i fari, ingannati dalla luce, Dora ricorre, come antidoto al lago d indifferenza che ha nel cuore, a un talismano: un topolino bianco d avorio conservato in mezzo al necessario per il trucco, uno dei tanti oggetti-emblema della poesia di Montale, il cui significato non è sempre precisabile in maniera univoca. Nella seconda parte della lirica il poeta allontana la figura della donna. La immagina nella natìa Carinzia, la patria al di là del mare che a Ravenna vagheggiava, e trasferisce dalla donna al paesaggio il contrasto tra la serenità delle apparenze e la realtà drammatica nascosta dentro di esse. Dietro la maschera di un placido villaggio montano, affacciato su un lago, traspare la minaccia del nazismo. Dora, ebrea nata nell Impero asburgico, diviene così l emblema della vecchia Europa che si avvia alla definitiva distruzione nel rogo della Seconda guerra mondiale. L irrequietudine si è tramutata in rassegnazione. Osservata dagli avi, ritratti in vecchi quadri polverosi, Dora è sola con i suoi ricordi, mentre fuori una fede feroce (v. 58), ossia l ideologia nazista, distilla / veleno (vv. 57-58). Il mondo a cui apparteneva non esiste più. Si fa tardi, sempre più tardi (v. 61): è giunta l epoca dei pogrom antisemiti, della Notte dei cristalli, dei campi di concentramento. Nessun amuleto potrà salvarla. Le scelte stilistiche Fedele alla poetica della sua seconda stagione, Montale sceglie qui di tacere l occasione (vera o inventata) descritta nel componimento. Propone dunque in apertura una ellissi* (Fu dove il ponte di legno , v. 1), che precisa il luogo, ma lascia nell ombra circostanze e ragioni dell incontro con Dora, così come il tipo di rapporto che la lega al poeta. Né viene chiarito quali siano gli argomenti della loro conversazione. Dora Markus è una lirica costruita con tocchi lievissimi: una mano che indica il mare, un galleggiante che sobbalza, i raggi del sole sui tigli, gemiti d oche (v. 40) e motori in lonta-

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi