Il tesoro della letteratura - volume 3

La narrativa italiana del primo Novecento 45 50 55 60 65 70 75 80 85 «Mettetemi le gambe fuori del letto! . «Ti farà freddo . «Non importa: obbeditemi . Allora, Gegia e Dinda gli cavarono le gambe fuori del letto, con i due piedi gonfi e fasciati che avevano un esasperante e triste odore d iodoformio.16 Quell odore toccò l animo di Remigio. Luigia esclamò: «Poveretto! Tu, Remigio, non hai visto le sue gambe sfasciate! . Gegia fece un gesto di orrore; Dinda si asciugò gli occhi. Allora, Remigio appoggiò la testa ai ferri del letto e stette zitto; mentre quel che facevano dinanzi a lui gli pareva di vederlo da tanto tempo. Giacomo era abbastanza ricco. Nato da un fattore, che gli aveva lasciato circa ventimila lire, era riuscito a triplicarle. Mortagli la moglie, madre di Remigio, prese con sé una ragazza di campagna facendola passare per serva. Poi, per mettere in pace i pettegolezzi, sposò Luigia, che allora era una zitella piuttosto matura: doveva ereditare un poderetto ed era stata la sarta della prima moglie. Prese anche, perché gli avrebbe fatto comodo, la figlia d una sua nipote: aveva, allora, dodici anni e si chiamava Ilda. La sera stessa del matrimonio, Luigia si raccomandò a Remigio di volerle bene e di dirle tutta la verità delle chiacchiere che si facevano; e il figliastro le confermò i sospetti su Giulia. Ella pianse e si fece promettere da Giacomo che l avrebbe mandata via; ma, invece, dopo pochi mesi, Giulia prese sempre di più il sopravvento; e Giacomo si divise di letto dalla moglie. Ma come poteva piacergli quella ragazza? Magra e gialla, quasi rifinita;17 con i denti guasti e lunghi; un aria stupida e gli occhi del colore delle frutta marce. E, a venti anni, già vecchia e logorata. Erano più di sette anni che Remigio la sopportava; ma, sempre di più, la sua avversione cresceva; e, d altra parte, l odio di Giulia faceva altrettanto; perciò quasi tutti i giorni, Giacomo e Remigio questionavano.18 Alla fine, il figlio dovette andarsene; e, dopo aver patita anche la fame, era riescito19 ad avere quel piccolo impiego. Tali cose, con la sonnolenza e la stanchezza, gli ritornavano a memoria, rapidamente; mentre pareva che il moribondo non lo vedesse né meno. Allora, si scostò dal letto; e si mise a sedere nell ombra che faceva una scatola vuota accanto alla lucernina. Una grande tristezza lo invase, sentendo confusamente quanta ambiguità gli era attorno; e come, tra qualche giorno soltanto, egli si sarebbe trovato a contrasti violenti e insoliti. Infatti, Giacomo aveva promesso a Giulia di lasciarle tutta la parte del patrimonio che la legge avrebbe consentito di togliere al figlio. La ragazza, quand egli senza rimedio peggiorò della gamba,20 portò via, aiutata dalla zia, quanto le fu possibile: lenzuola che non erano state adoprate21 mai, strumenti agricoli, il letto dove avrebbe dovuto dormire Remigio, le posate, i gioielli della prima moglie, i vestiti; e vendé perfino tre botti piene. Luigia, che s avvedeva soltanto in parte di queste cose senza avere mai il corag- 16 iodoformio: un disinfettante a base di 19 riescito: riuscito; si tratta di un toscani- tintura di iodio. 17 rifinita: ridotta in pessime condizioni (toscanismo). 18 questionavano: litigavano. smo, come più avanti doventavano (r. 145) per diventavano ed esciva per usciva (r. 147). 20 quand egli gamba: quando le con- dizioni della gamba del malato peggiorarono al punto da rendere assai plausibile l imminenza della sua morte. 21 adoprate: adoperate, utilizzate. 719

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi