Il tesoro della letteratura - volume 3

Luigi Pirandello Il fu Mattia Pascal 60 65 70 75 80 85 90 95 «E va bene! Il signor conte si levò per tempo, alle ore otto e mezzo precise La signora contessa indossò un abito lilla con una ricca fioritura di merletti alla gola Teresina si moriva di fame Lucrezia spasimava d amore Oh, santo Dio! e che volete che me n importi? Siamo o non siamo su un invisibile trottolina, cui fa da ferza un fil di sole,6 su un granellino di sabbia impazzito che gira e gira e gira, senza saper perché, senza pervenir mai a destino, come se ci provasse gusto a girar così, per farci sentire ora un po più di caldo, ora un po più di freddo, e per farci morire spesso con la coscienza d aver commesso una sequela di piccole sciocchezze dopo cinquanta o sessanta giri? Copernico, Copernico, don Eligio mio ha rovinato l umanità, irrime diabilmente. Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell Universo, con tutte le nostre belle scoperte e invenzioni; e che valore dunque volete che ab biano le notizie, non dico delle nostre miserie particolari, ma anche delle generali calamità? Storie di vermucci ormai le nostre. Avete letto di quel piccolo disastro delle Antille?7 Niente. La Terra, poverina, stanca di girare, come vuole quel canoni co polacco, senza scopo, ha avuto un piccolo moto d impazienza, e ha sbuffato un po di fuoco per una delle tante sue bocche. Chi sa che cosa le aveva mosso quella specie di bile. Forse la stupidità degli uomini che non sono stati mai così nojosi come adesso. Basta. Parecchie migliaja di vermucci abbrustoliti. E tiriamo innanzi. Chi ne parla più? . Don Eligio Pellegrinotto mi fa però osservare che, per quanti sforzi facciamo nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fin di bene, non ci riusciamo. Per fortuna, l uomo si distrae facil mente. Questo è vero. Il nostro Comune, in certe notti segnate nel calendario, non fa accendere i lampioni, e spesso se è nuvolo ci lascia al bujo. Il che vuol dire, in fondo, che noi anche oggi crediamo che la luna non stia per altro nel cielo, che per farci lume di notte, come il sole di giorno, e le stelle per offrirci un magnifico spettacolo. Sicuro. E dimentichiamo spesso e volentie ri di essere atomi infinitesimali per rispettarci e ammirarci a vicenda, e siamo capaci di azzuffarci per un pezzettino di terra o di dolerci di certe cose, che, ove fossimo veramente compenetrati di quello che siamo, dovrebbero parerci mise rie incalcolabili. Ebbene, in grazia di questa distrazione provvidenziale, oltre che per la stranez za del mio caso, io parlerò di me, ma quanto più brevemente mi sarà possibile, dando cioè soltanto quelle notizie che stimerò necessarie. Alcune di esse, certo, non mi faranno molto onore; ma io mi trovo ora in una condizione così eccezionale, che posso considerarmi come già fuori della vita, e dunque senza obblighi e senza scrupoli di sorta. Cominciamo. 6 cui fil di sole: a cui fa da sferza (fer- za) un raggio di sole, ossia mossa dal sole. 7 Avete letto Antille?: l autore si riferisce all eruzione del vulcano La Pelée, in Martinica, che nel 1902 aveva distrutto Saint-Pierre causando un ingente numero di vittime. 685

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi