La nascita del personaggio

Il primo Novecento in sintesi Se persona si definisce colui o colei che vive nella vita reale e personaggio colui o colei che vive nella letteratura, nelle opere di Pirandello il confine tra le due identità è labile e frastagliato, perché da un lato la letteratura offre uno spazio e un tempo sostitutivi di quelli della vita e, dall altro, la vita, nella sua imprevedibilità e paradossalità, si presenta spesso come una grande, tragica finzione. Il nome proprio è un così forte suggello di un identità che mantiene paradossalmente il suo potere anche quando la persona che denomina non esiste più. Il destino di Mattia Pascal è di restare imprigionato nel suo nome anche quando è un fu Mattia Pascal. La nascita del personaggio Persona e personaggio La persona, secondo Pirandello, si definisce soltanto entro una trama di relazioni sociali e familiari che, se da una parte la costringono e ne ostaco lano la libertà, dall altra le conferiscono un identità, circoscrivendo l indeterminatezza del la «vita entro i confini di una «forma individuale. Mattia, nella sua vicenda, perde per ben due volte la propria identità personale, perché per due volte recide i vincoli che lo legano al contesto sociale. Dopo essere diventato inesistente come persona, però, egli rinasce come personaggio, nello spazio e nel tempo che la letteratura offre in sostituzione della vita. Verità e verosimiglianza Se la persona è protagonista della vita, regno della verità e del realismo, il personaggio lo è della letteratura, luogo di finzione e illusioni. Ma esi ste davvero un confine che separa questi due mondi, apparentemente così diversi? In re altà, la trama del romanzo con l espediente del doppio suicidio e della costruzione, da parte del protagonista, di un identità parallela non costituisce nulla di particolarmente assurdo e artificioso. Come l autore stesso spiega nell Avvertenza sugli scrupoli della fantasia, rispondendo nell edizione del 1921 all accusa di aver costruito una vicenda inverosimile e ai limiti dell assurdo, il confine tra realtà e finzione è labile, poiché la vita è in sé stessa casuale e imprevedibile e, nella sua paradossalità, supera spesso i prodotti della fantasia. La certezza del nome Nell economia dell opera, un peso fondamentale ha il rapporto tenace fra il nome e i personaggi. Il protagonista non vuole abbandonare il suo nome («Io, io, Mattia Pascal! Sono io! Non sono morto! ), nemmeno se inesorabilmen te accompagnato da quel «fu : egli non vuole rinunciare a un identità, anche se capi sce che si tratta di qualcosa di fittizio. Neanche la morte, del resto, può cancellare ciò che si è stati, perché il nome ricevuto alla nascita e riconosciuto dalla società cui si appartiene continua paradossalmente a esistere anche quando la persona è scomparsa. Nel romanzo, in effetti, il cambiamento del nome non consente al protagonista di acquistare davvero una nuova identità; l etichetta nominale che assegna a ciascuno il pro prio ruolo, sembra dire Pirandello, non può essere modificata; l unico modo di negarla sarebbe cancellarla del tutto abbandonando qualsiasi nome e dunque uscendo dalla società, senza essere più nessuno perché dietro le false apparenze di un identità alter nativa (come quella di Adriano Meis) c è in realtà soltanto un altra «trappola , analoga a quella che si credeva di aver abbandonato. I temi L impulso vitalistico a uscire dalla costrizione di una forma in nome della vita comporta lo smarrimento dell identità. L azzardo di Mattia Pascal di incarnare un altra forma si rivela una scommessa perduta e l umorismo con cui l autore osserva il suo tentativo di mascherarsi induce nel lettore un sentimento di pietosa partecipazione. 680 Lo smarrimento dell identità Il tema centrale del romanzo è dunque lo smarrimento dell identità individuale. Come ha notato Adriano Tilgher, nella vicenda di Mattia Pascal si manifesta il dissidio irrisolvibile tra «vita e «forma , tra l aspirazione alla li bertà e le costrizioni della quotidianità. Mattia vorrebbe un esistenza alternativa alla me schinità della famiglia, all anonimato del lavoro, alla grettezza del suo ambiente, ma è condannato al fallimento. Alla fine di tutto, infatti, egli si troverà in una condizione ad dirittura peggiore di quella iniziale, avendo perso i legami affettivi e sociali (che pure gli stavano stretti) senza aver guadagnato nulla in cambio. Il tentativo di Mattia Pascal è un azzardo, una scommessa perduta, il cui risultato sarà l esclusione dalla vita e un emarginazione non desiderata. Mattia non è pronto per il salto nel vuoto che compirà Vitangelo Moscarda in Uno, nessuno e centomila, abbando nando ogni identità per aderire al flusso ininterrotto e indefinito dell esistenza; egli non sa elevarsi a una superiore consapevolezza critica per riconoscere che l io qualsiasi io, qualsiasi nome è sempre e comunque una costruzione artificiosa e soffocante.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi