3 - L’io diviso

Luigi Pirandello in sintesi L identità dell essere umano è minacciata dalla scoperta dell illusorietà della sua consistenza e dalla moltitudine di immagini disparate che gli altri proiettano su di lui: il soggetto allora si frantuma, tanto da non riuscire a rispondere alla domanda Chi sono io? . La coesistenza di diverse e spesso opposte personalità in uno stesso soggetto è esemplificata da Pirandello con l immagine dello specchio, che riflette un altro da noi, un nostro doppio. Il senso di solitudine che nasce dal sapersi nessuno non trova altro rimedio che abbandonare definitivamente la propria individualità, per riconoscersi parte di un tutto nel vortice della vita universale. 3 L io diviso La disgregazione del soggetto Nel pensiero comune, il nome proprio rappresen ta l unicità dell individuo: è il simbolo stesso della sua identità. Conducendo una criti ca serrata alla razionalità di un soggetto forte e sicuro di sé e del proprio io pensante, Pi randello smonta questa convinzione illusoria di coerente unitarietà dell io e giunge alla frantumazione totale del soggetto. Alla domanda Chi sono io? , il personaggio pi randelliano non sa più rispondere, smarrito nella selva di immagini che gli altri proietta no su di lui, privo di certezze, persino di quelle che lo definiscono in quanto individuo, differenziandolo da tutti gli altri. Lo specchio e il doppio Nell opera pirandelliana lo specchio è elemento centrale da cui spesso scaturisce la crisi dell identità individuale: di fronte alla sua superficie ri flettente è possibile, anche se solo per brevi istanti, «vedersi vivere , cogliendo l imma gine che di noi appare all esterno. Lo sdoppiamento del corpo che si riflette nello spec chio provoca un effetto straniante, del tutto simile a quello che si prova di fronte a una fotografia scattata a nostra insaputa: l uno diventa doppio e, dunque, non si riconosce più, proprio per la difficoltà di far coincidere l immagine mentale del proprio io con ciò che lo specchio restituisce, nella sua qualità di implacabile occhio esterno. Del resto, influenzato dalle teorie dello psicologo francese Alfred Binet (18571911), Pirandello arriva a elaborare una sorta di teoria della coesistenza di opposte personalità, concepite non solo in progressivo mutamento attraverso fasi successive (oggi sono diverso da come ero ieri), ma esistenti anche nello stesso istante in una singola individualità. Da «nessuno a «centomila La fittizia costruzione di un ruolo quello del buon padre di famiglia, dell onesto lavoratore, della persona ideale che crediamo di essere si dissolve così di fronte a ciò che gli altri pensano di noi. Annullandosi nella corrente del vitalismo l individuo può, però, superare la solitudine di sapersi «nessuno , cioè l in quietante percezione della nullità del proprio essere in relazione al conti nuo fluire della vita (è ciò che acca de a Vitangelo Moscarda). Ci si po trà allora riconoscere moltiplicati in ogni essere vivente del cosmo, fino a essere «centomila . La soluzione prospettata nell ultima parte del ro manzo Uno, nessuno e centomila con siste nell abbandonare la propria individualità per riscoprirsi parte di un tutto più grande, che cancel la ogni connotazione personale per riconsegnarla alla natura universale della vita. Giorgio Morandi, Natura morta con manichino, 1918. San Pietroburgo, Museo dell Ermitage. 657

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi