Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento 10 15 20 25 30 35 40 45 Oggi scopro subito qualche cosa che più non ricordavo. Le prime sigarette ch io fumai non esistono più in commercio. Intorno al 70 se ne avevano in Austria di quelle che venivano vendute in scatoline di cartone munite del marchio dell aquila bicipite.1 Ecco: attorno a una di quelle scatole s aggruppano2 subito varie persone con qualche loro tratto,3 sufficiente per suggerirmene il nome, non bastevole però a commovermi per l impensato incontro.4 Tento di ottenere di più e vado alla poltrona: le persone sbiadiscono e al loro posto si mettono dei buffoni che mi deridono. Ritorno sconfortato al tavolo. Una delle figure, dalla voce un po roca, era Giuseppe, un giovinetto della stessa mia età, e l altra, mio fratello, di un anno di me più giovine e morto tanti anni or sono. Pare che Giuseppe ricevesse molto denaro dal padre suo e ci regalasse di quelle sigarette. Ma sono certo che ne offriva di più a mio fratello che a me. Donde la necessità in cui mi trovai di procurarmene da me delle altre. Così avvenne che rubai. D estate mio padre abbandonava su una sedia nel tinello il suo panciotto nel cui taschino si trovavano sempre degli spiccioli: mi procuravo i dieci soldi occorrenti per acquistare la preziosa scatoletta e fumavo una dopo l altra le dieci sigarette che conteneva, per non conservare a lungo il compromettente frutto del furto. Tutto ciò giaceva nella mia coscienza a portata di mano. Risorge solo ora perché non sapevo prima che potesse avere importanza. Ecco che ho registrata l origine della sozza5 abitudine e (chissà?) forse ne sono già guarito. Perciò, per provare, accendo un ultima sigaretta e forse la getterò via subito, disgustato. Poi ricordo che un giorno mio padre mi sorprese col suo panciotto in mano. Io, con una sfacciataggine che ora non avrei e che ancora adesso mi disgusta (chissà che tale disgusto non abbia una grande importanza nella mia cura) gli dissi che m era venuta la curiosità di contarne i bottoni. Mio padre rise delle mie disposizioni alla matematica o alla sartoria e non s avvide che avevo le dita nel taschino del suo panciotto. A mio onore posso dire che bastò quel riso rivolto alla mia innocenza quand essa non esisteva più, per impedirmi per sempre di rubare. Cioè rubai ancora, ma senza saperlo. Mio padre lasciava per la casa dei sigari virginia6 fumati a mezzo, in bilico su tavoli e armadi. Io credevo fosse il suo modo di gettarli via e credevo anche di sapere che la nostra vecchia fantesca,7 Catina, li buttasse via. Andavo a fumarli di nascosto. Già all atto d impadronirmene venivo pervaso da un brivido di ribrezzo sapendo quale malessere m avrebbero procurato. Poi li fumavo finché la mia fronte non si fosse coperta di sudori freddi e il mio stomaco si contorcesse. Non si dirà che nella mia infanzia io mancassi di energia. So perfettamente come mio padre mi guarì anche di quest abitudine. Un giorno d estate ero ritornato a casa da un escursione scolastica, stanco e bagnato di sudore. Mia madre m aveva aiutato a spogliarmi e, avvoltomi in un accappatoio, m aveva messo a dormire su un sofà sul quale essa stessa sedette occupata a certo lavoro di cucito. Ero prossimo al sonno, ma avevo gli occhi tuttavia8 pieni di sole e tardavo a perdere i sensi.9 La dolcezza che in quell età s accompagna al riposo 1 aquila bicipite: un aquila a due teste (bi- cipite) era sullo stemma degli Asburgo, la dinastia che regnò sull Impero austro-ungarico fino al 1918. 2 Ecco s aggruppano: la narrazione procede attraverso il meccanismo della libera associazione mentale, per cui al ricordo della scatola di sigarette si ag- 600 giunge quello di un gruppo di persone. 3 tratto: caratteristica. 4 non bastevole però incontro: Zeno ostenta qui distacco e indifferenza emotiva di fronte al ricordo di queste figure del passato. 5 sozza: sporca, sudicia. 6 sigari virginia: così chiamati perché fat- ti di tabacco originario dello stato americano della Virginia. 7 fantesca: domestica (vocabolo letterario). 8 tuttavia: ancora. 9 perdere i sensi: addormentarmi.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi