Il tesoro della letteratura - volume 3

Il romanzo europeo del primo Novecento 35 40 45 50 55 60 65 70 75 il futuro. Si direbbe che ad ogni istante noi abbiamo in mano gli elementi, e la possibilità di fare un progetto per tutti. Se non ci piace la faccenda delle velocità, inventiamo qualche altra cosa! Per esempio una cosa molto lenta, con una felicità fluttuante come un velo, misteriosa come una chiocciola marina, e con quel profondo occhio bovino di cui già s estasiavano i greci.6 Ma purtroppo non è affatto così. Siamo noi, invece, in balìa della cosa. Giorno e notte viaggiamo dentro ad essa e vi svolgiamo ogni nostra attività; ci si rade, si mangia, si ama, si leggono libri, si esercita la propria professione, come se le quattro pareti stessero ferme, e l inquietante è che le quattro pareti viaggiano, senza che ce ne accorgiamo, e proiettano innanzi le loro rotaie come lunghi fili adunchi e brancolanti, senza che noi sappiamo verso qual meta. E per di più si vorrebbe possibilmente far parte delle forze che menano il treno del tempo. un compito assai indefinito, e quando si guarda fuori dopo un lungo intervallo si ha l impressione che il paesaggio sia mutato; ciò che fugge davanti ai finestrini, fugge perché non può essere altrimenti, ma sebbene noi siamo sottomessi e rassegnati ci domina sempre più l impressione sgradevole di aver già oltrepassato la meta o di aver imboccato la linea sbagliata. E un bel giorno ecco il bisogno frenetico; scendere! Saltar giù! Un desiderio di esser ostacolati, di non più evolversi, di restar fermi, di tornare indietro al punto che precede la diramazione sbagliata. E nel buon tempo antico, quando c era ancora l impero austriaco, si poteva in quel caso scendere dal treno del tempo, salire su un treno comune d una ferrovia comune e ritornare in patria. Là, in Cacania quella nazione incompresa e ormai scomparsa che in tante cose fu un modello non abbastanza apprezzato c era anche velocità, ma non troppa. Se trovandosi all estero si pensava al paese, ecco fluttuava davanti agli occhi il ricordo di quelle strade bianche, larghe e comode del tempo delle marce a piedi e delle diligenze a cavalli, che si snodavano in tutte le direzioni come canali di un ordine stabilito, come nastri di quel traliccio7 chiaro usato per le uniformi, e cingevano le province col braccio cartaceo8 dell amministrazione. E quali contrade! C eran mari e ghiacciai, il Carso e i campi di grano della Boemia, notti sull Adriatico con stridio di grilli inquieti, e villaggi slovacchi dove il fumo usciva dai camini come dalle narici di un naso camuso9 e il villaggio stava accovacciato fra due piccole colline come se la terra avesse dischiuso un poco le labbra per riscaldare la sua creatura. Naturalmente su quelle strade viaggiavano anche automobili; ma non troppe! Si preparava anche là la conquista dell aria; ma non troppo assiduamente. Ogni tanto si faceva partire una nave per l America Latina o per l Asia Orientale; ma non troppo spesso. Non si avevano ambizioni imperialistiche;10 si era nel punto centrale dell Europa, dove s intersecano gli antichi assi del mondo;11 le parole «colonia e «oltremare giungevano all orecchio come cose lontane e non sperimentate.12 Si faceva lusso; ma non così raffinato come in Francia. Si faceva sport; ma non così accanito come in Inghilterra. Si spendevano somme enormi per l esercito; ma solo quanto bastava per rimanere la penultima 6 profondo occhio bovino di cui già s e- stasiavano i greci: in base ai canoni estetici degli antichi greci un occhio tondo e sporgente come quello di un bue era indice di bellezza: per esempio Omero dà a Giunone l epiteto «dagli occhi di bue . 7 traliccio: particolare tipo di stoffa di co- tone pesante. 8 col braccio cartaceo: con la forza delle carte, cioè della burocrazia statale. 9 camuso: schiacciato. 10 imperialistiche: di conquista. 11 dove del mondo: dove si incrociano le vie di comunicazione che uniscono l Europa all Asia, il Nord al Sud. 12 non sperimentate: di cui non si conoscevano, per esperienza diretta, le conseguenze pratiche. 549

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi