Il tesoro della letteratura - volume 3

Il romanzo europeo del primo Novecento 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 minestra di piselli. Ma erano le porte che le davano più fastidio: ogni porta veniva lasciata aperta. Tese le orecchie. La porta del salotto era aperta; la porta dell ingresso era aperta; dal rumore sembrava che le porte delle camere fossero aperte; e di sicuro la finestra sul pianerottolo era aperta, perché l aveva aperta lei stessa. Le finestre dovevano stare aperte, e le porte chiuse: semplice com era, perché nessuno se ne ricordava? Se di notte andava nelle camere delle cameriere le trovava chiuse come forni, tranne quella di Marie, la ragazza svizzera, che magari rinunciava a fare il bagno, ma di sicuro non all aria fresca, ma a casa, aveva detto, «le montagne sono così belle : lo aveva detto la sera precedente guardando fuori dalla finestra con le lacrime agli occhi. «Le montagne sono così belle . Suo padre stava per morire laggiù, la signora Ramsay lo sapeva. Li stava lasciando orfani. Brontolando e dando dimostrazioni pratiche (come si rifà un letto, come si apre una finestra, con le mani che si chiudevano e si aprivano come fanno le donne francesi)5 tutto si era ripiegato piano su di lei, quando la ragazza aveva parlato, come quando dopo un volo nella luce del sole le ali di un uccello si ripiegano piano e il blu del suo piumaggio da color dell acciaio diventa viola tenue. Era rimasta là in silenzio perché non c era nulla da dire. Aveva il cancro alla gola. Al ricordo, come era rimasta in silenzio, come la ragazza aveva detto «A casa mia le montagne sono così belle , e non c era speranza, nessuna speranza, ebbe un moto di nervosismo e parlando con voce dura disse a James: «Stai fermo. Non essere noioso , tanto che lui capì immediatamente che quella sua severità era reale e distese la gamba e lei lo misurò. Il calzettone era corto di almeno un centimetro, anche tenendo conto del fatto che il bambino di Sorley6 era più minuto di James. « troppo corto , disse, «davvero troppo corto . Mai nessuno le era sembrato tanto triste. Triste e scura, a mezza strada, nell oscurità, nel canale che correva dalla luce del sole agli abissi, forse si formò una lacrima; cadde una lacrima; le acque si agitarono da una parte e dall altra, la ricevettero, e tornarono calme. Mai nessuno le sembrò così triste. Ma non era altro che apparenza? diceva la gente. Che cosa c era dietro, dietro la sua bellezza, il suo splendore? Lui si era sparato alla testa, chiedevano, era morto la settimana prima che si sposassero l altro, il primo amore, di cui qualcuno aveva sentito parlare? O non c era niente? Niente oltre a una bellezza incomparabile dietro la quale lei viveva e che non poteva far nulla per disturbare? Perché anche se avrebbe potuto facilmente in qualche momento di conversazioni più intime, quando le capitava di sentirsi raccontare storie di grandi passioni, di amori calpestati, di ambizioni frustrate dire come anche lei ci fosse passata o avesse conosciuto o provato sensazioni del genere, non aveva mai parlato. Era rimasta sempre in silenzio. Lo sapeva, lo sapeva senza averlo imparato. La sua semplicità sondava ciò che le persone intelligenti falsificavano. La sua unicità di pensiero faceva sì che piombasse giù dritta come un sasso, si posasse leggera e precisa come un uccello, le dava, naturalmente, questo piombare dello spirito sulla verità e appropriarsene, che deliziava, metteva a proprio agio, confortava forse erroneamente. («La natura non ne ha molta , disse una volta il signor Bankes sentendo la sua voce al telefono, molto commosso anche se lei gli stava dicendo qualcosa di un treno «di quell argilla con cui ha plasmato lei . La vide all altro capo, greca, con gli occhi blu, il naso dritto. Come gli sembrò incongruo telefonare a una donna del 5 come fanno le donne francesi: gli in- glesi stigmatizzano l eccessiva gestualità come un tratto tipicamente continentale. 6 Sorley: il guardiano del faro. 527

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi