T7 - La sera fiesolana

Gabriele d Annunzio Alcyone ¥ T7 ¥ La sera fiesolana Un paesaggio serale ricco di sentimenti Si tratta della prima delle composizioni di Alcyone in senso cronologico. Scritta nel giugno 1899 nella villa La Capponcina, dove d Annunzio si trova in compagnia di Eleonora Duse, la lirica viene pubblicata per la prima volta nel novembre dello stesso anno sulla rivista Nuova Antologia con le tre strofe di cui si compone intitolate rispettivamente La natività della luna, La pioggia di giugno e Le colline. METRO 3 strofe di 14 versi ciascuna di varia lunghezza con rime libere, seguite da una ripresa di 3 versi, il primo dei quali è in rima con l ultimo della strofa precedente. 5 10 15 Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscìo che fan le foglie del gelso ne la man di chi le coglie silenzioso e ancor s attarda a l opra lenta su l alta scala che s annera contro il fusto che s inargenta con le sue rame spoglie mentre la Luna è prossima a le soglie cerule e par che innanzi a sé distenda un velo ove il nostro sogno si giace e par che la campagna già si senta da lei sommersa nel notturno gelo e da lei beva la sperata pace senza vederla. Laudata sii pel tuo viso di perla, o Sera, e pe tuoi grandi umidi occhi ove si tace l acqua del cielo! 1-2 Fresche foglie: le mie parole nella sera ti procurino (ti sien) una sensazione di freschezza come il fruscio prodotto dalle foglie. 3 chi: il contadino. 4 s attarda lenta: continua il suo lungo e paziente lavoro di raccolta benché sia già tardi (ancor). 5-6 s annera s inargenta: la scala diventa sempre più scura (con il sopraggiungere della sera), appoggiata al fusto dell albero che riflette il chiarore della luna (s inargenta). 7 le sue rame: i suoi rami. 8-9 è prossima cerule: sta per sorgere nel cielo azzurro (le soglie cerule sono letteralmente le porte azzurrine che contrassegnano il limite dell orizzonte). distenda un velo: la luna diffonde nel cielo un chiarore che sembra un velo. 10 si giace: si placa. Si tratta del sogno 20 25 30 Dolci le mie parole ne la sera ti sien come la pioggia che bruiva tepida e fuggitiva, commiato lacrimoso de la primavera, su i gelsi e su gli olmi e su le viti e su i pini dai novelli rosei diti che giocano con l aura che si perde, e su l grano che non è biondo ancòra e non è verde, e su l fieno che già patì la falce e trascolora, e su gli olivi, su i fratelli olivi che fan di santità pallidi i clivi e sorridenti. Laudata sii per le tue vesti aulenti, o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce il fien che odora! d amore di cui si parla nell ultima strofa. 12 da lei: dalla luna. notturno gelo: rugiada (è una reminiscenza dantesca: «Quali fioretti dal notturno gelo , Inferno, II, 127). 13 la sperata pace: il refrigerio tanto atteso dopo una giornata calda. 14 senza vederla: prima ancora di vedere la luna. 16 tuoi occhi: sono le pozze d acqua piovana. ove si tace: nelle quali si raccoglie in silenzio. 17 l acqua del cielo: la pioggia. 19 bruiva: crepitava. 20 fuggitiva: perché la pioggia di giugno dura poco. 21 commiato primavera: è apposizione di pioggia; l addio dato dalla primavera che finisce. 23 dai novelli rosei diti: le nuove gemme dei pini, di colore rosato. 24 che giocano perde: che oscillano, co- me se giocassero, alla brezza (aura) che passa e subito svanisce (si perde). 28 trascolora: impallidisce (come succede al fieno falciato che si secca al sole e diventa biondo). 30-31 fan sorridenti: gli ulivi con il loro colore verde-argenteo rendono i colli (i clivi) pallidi di santità (di un colore, cioè, che fa pensare alla penitenza) e pieni di gioia (sorridenti). 32 aulenti: profumate. 33-34 pel cinto che ti cinge come il salce il fien che odora: per la cintura che cinge la tua veste come il ramo flessibile del salice cinge il fascio di fieno profumato. La cintura a cui allude il poeta è la linea dell orizzonte che racchiude il paesaggio serale. 437

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi