Il tesoro della letteratura - volume 3

Gabriele d Annunzio 10 15 20 25 30 35 Sento con l ultima falange del mignolo destro l orlo di sotto e me ne servo come d una guida per conservare la dirittura.3 I gomiti sono fermi contro i miei fianchi. Cerco di dare al movimento delle mani una estrema leggerezza in modo che il loro giuoco non oltrepassi l articolazione del polso, che nessun tremito si trasmetta al capo fasciato. Sento in tutta la mia attitudine la rigidità di uno scriba egizio scolpito nel basalte.4 La stanza è muta5 d ogni luce. Scrivo nell oscurità. Traccio i miei segni nella notte che è solida contro l una e l altra coscia come un asse inchiodata. Imparo un arte nuova. Quando la dura sentenza del medico mi rovesciò nel buio, m assegnò nel buio lo stretto spazio che il mio corpo occuperà nel sepolcro, quando il vento dell azione si freddò sul mio volto quasi cancellandolo e i fantasmi della battaglia furono d un tratto esclusi dalla soglia nera,6 quando il silenzio fu fatto in me e intorno a me, quando ebbi abbandonata la mia carne e ritrovato il mio spirito, dalla prima ansia confusa risorse il bisogno di esprimere, di significare.7 E quasi sùbito mi misi a cercare un modo ingegnoso di eludere il rigore della cura e d ingannare il medico severo senza trasgredire i suoi comandamenti. M era vietato il discorrere e in ispecie il discorrere scolpito;8 né m era possibile vincere l antica ripugnanza alla dettatura e il pudore segreto dell arte che non vuole intermediarii o testimonii fra la materia e colui che la tratta. L esperienza mi dissuadeva dal tentare a occhi chiusi la pagina. La difficoltà non è nella prima riga, ma nella seconda e nelle seguenti. Allora mi venne nella memoria la maniera delle Sibille9 che scrivevano la sentenza breve su le foglie disperse al vento del fato. Sorrisi d un sorriso che nessuno vide nell ombra quando udii il suono della carta che la Sirenetta10 tagliava in liste per me, stesa sul tappeto della stanza attigua, al lume d una lampada bassa. 3 per dirittura: per continuare a scrive- re dritto. 4 basalte: basalto, un tipo di roccia. 5 muta: priva. L aggettivo, unito al sostantivo luce, è di ascendenza dantesca («Io venni in loco d ogne luce muto , Inferno, V, 28). 6 soglia nera: l oscurità. 7 significare: comunicare. 8 il discorrere scolpito: lo scrivere. 9 Sibille: nell antichità classica, sacerdo- tesse di Apollo che profetizzavano il futuro, scrivendo responsi sulle foglie («così al vento ne le foglie levi / si perdea la sentenza di Sibilla , Paradiso, XXXIII, 65-66). 10 la Sirenetta: la figlia del poeta, Renata, così soprannominata da lui. Dentro il TESTO L oracolo esploratore dell ombra D Annunzio omerico I contenuti tematici D Annunzio apre il Notturno con la descrizione dell infermità e dell immobilità dovute alla ferita all occhio e alla lunga convalescenza cui è costretto. Tuttavia tale condizione, che annulla ogni presenza fisica della realtà esterna, non spegne la sua volontà di rivelare una energia interiore che pare rafforzarsi nel buio. Nonostante la dura sentenza del medico (r. 18), che lo condanna a stare come dentro un sepolcro, supino nel letto, col torso immobile (r. 2), il poeta coglie l occasione per saggiare le proprie possibilità, dando vita a un arte nuova (r. 17): l ammalato può trasformarsi in un oracolo moderno che, al pari di una sacra Sibilla, si abbandonerà all ascolto e alla trascrizione delle voci segrete della propria interiorit . L ingegno di d Annunzio vince quindi sui limiti e sugli ostacoli che il destino vorrebbe imporgli. Anzi, paradossalmente, proprio il buio in cui è immerso permette alla sua scrit- 429

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi