Le ultime opere

Il secondo Ottocento in sintesi Elettra (1903) celebra il passato eroico dell Italia, contrapposto a un misero presente. Merope (1912) contiene poesie scritte in occasione della guerra di Libia; Anterope (1933) raccoglie poesie scritte durante la Prima guerra mondiale. In entrambe queste ultime il tono è retorico e il messaggio nazionalistico. Elettra L esaltazione del passato Nel secondo libro delle Laudi, pubblicato nel 1903, a conquistare la scena poetica al posto del mito sono l oratoria e la propaganda politica. Da aspirante vate della nazione, d Annunzio celebra il passato popolato da eroi da emulare (da Dante a Garibaldi), al quale contrappone la miseria del tempo presente. Una sezione rilevante del libro è dedicata alle cosiddette «Città del silenzio (Ferrara, Pisa, Ravenna, Urbino...), luoghi dove l eco non ancora spenta del glorioso passato è presagio di un futuro nuovamente illuminato dalla forza e dalla bellezza. Merope e Asterope Gli ultimi due libri delle Laudi, pubblicati rispettivamente nel 1912 e nel 1933, testimoniano l inaridirsi della vena poetica di d Annunzio, ridotta a celebrazione della retorica nazionalista: Merope raccoglie i versi scritti in terzine dantesche in occasione dell impresa coloniale in Libia, editi per la prima volta sul Corriere della Sera con il titolo Le canzoni della gesta d oltremare; Asterope raduna invece le poesie composte durante la Prima guerra mondiale (intitolate in origine Canti della guerra latina). Le ultime opere Nelle ultime opere l intento non è più celebrativo. Nel 1916 esce il romanzo La Leda senza cigno, la storia di una donna che tristi vicissitudini della vita spingono al suicidio. Nel 1924 e nel 1928 escono in due volumi, raccolte sotto il titolo Le faville del maglio, le prose uscite sul Corriere della sera fra il 1911 e il 1914: una sorta di autoanalisi fatta di riflessioni e ricordi. Nel 1921 esce Notturno, raccolta di annotazioni e pensieri affidati alla figlia Renata nel 1916, durante la convalescenza in semi-cecità dopo l incidente di guerra. Sono testi frammentari e sincopati, percezioni sensoriali registrate con ritmo poetico, intrise del senso della «turpe vecchiezza . Verso la «turpe vecchiezza Una nuova forma di prosa, più asciutta e meno celebrativa, caratterizza l ultima stagione della produzione dannunziana. Si tratta di opere in cui si ricercano effetti di musicalità e si percepisce l ansia per l avvicinarsi della morte. Concepito come una sorta di testamento spirituale, l insieme di questi componimenti documenta le pulsioni più autentiche dell interiorità del poeta, diventata più istintiva e immediata. Tuttavia, la prosa dannunziana degli ultimi anni non vuole rinunciare affatto alla preziosità, alla tensione sublime e ai consueti scatti superomistici. Non a caso l autore, nel momento in cui sta per pubblicare all interno dell Edizione Nazionale delle sue opere questi testi, che sono memorie, introspezioni e meditazioni, dà loro il titolo, non certo dimesso, di Prose di ricerca, di lotta, di comando, di conquista, di tormento, d indovinamento, di rinnovamento, di celebrazione, di rivendicazione, di liberazione, di favole, di giochi, di baleni. La Leda senza cigno Si tratta di un racconto lungo (o romanzo breve), edito nel 1916, su una figura femminile bella e misteriosa che ricorda al narratore una statua della donna trasformata in cigno da Zeus (di qui il titolo) la quale vive una torbida e tragica esistenza, dalla rovina economica del padre a un fatale incontro con un uomo che la ricatta fino a costringerla al suicidio. La scarna struttura dell intreccio costituisce il pretesto per riflessioni e divagazioni, condotte con un linguaggio non sempre ricercato. Le faville del maglio Con questo titolo vengono raccolte in due volumi distinti, Il venturiero senza ventura (1924) e Il compagno dagli occhi senza cigli (1928), le prose pubblicate dal poeta sul Corriere della Sera tra il 1911 e il 1914. Il titolo allude alle scintille provocate dai colpi del martello sul metallo incandescente, metafora della creazione nell officina poetica. I brani hanno una chiara impronta autobiografica: rapide annotazioni, ricordi e confessioni, concentrate sull autoanalisi psicologica. Il tono è più riflessivo e contiene una sottile vena di angoscia. Notturno T6 Come accennato, un incidente aereo, subìto nel gennaio 1916 al termine di uno dei suoi voli di guerra, costringe per tre mesi d Annunzio a stare immobile e con gli occhi bendati 406

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi