Il teatro

Gabriele d Annunzio in sintesi per salvare l occhio sinistro. In questa situazione il poeta scrive una serie di pensieri, ricordi, descrizioni e visioni su migliaia di strisce di carta (i cosiddetti «cartigli ). L opera, composta a Venezia dal febbraio al maggio del 1916, viene pubblicata nel 1921 e pubblicizzata come il «commentario della tenebra . Un angoscioso canto di tenebra In effetti, dal punto di vista tematico, le impressioni che si accumulano nel testo sono legate alla descrizione sofferente di ferite, incidenti, traumi e morti, senza più traccia di proclami universali e retorici slogan. L angoscia che vi domina viene resa attraverso il prevalere di percezioni sensoriali e notazioni talvolta perfino macabre sul disfacimento dei corpi e della carne. La sensualità è sempre presente in sottofondo ma ora spesso diventa allusione morbosa e sofferta, incupita dall incombere della «turpe vecchiezza che priva il poeta di energia e vitalità. Il frammentismo dannunziano Anche lo stile contribuisce ad accrescere l atmosfera mortuaria di queste pagine: frammentario, paratattico, ridotto a un essenzialità quasi espressionistica, articolato in frasi concise, spezzate dalla frequenza sistematica dei segni di interpunzione. Il carattere meditativo e intimo si esplicita nell allusività del lessico e in una sintassi scarna che riproduce la scrittura istantanea dei taccuini. Come in un diario a cui affidare illuminazioni fugaci, la pagina dannunziana si abbandona qui al flusso delle esperienze, in una successione quasi irreale di attimi fuori del tempo. L asciutta prosa del Notturno è però, al tempo stesso, soffusa di ritmo lirico. Il teatro La volontà di raggiungere più direttamente il pubblico e il sodalizio con Eleonora Duse, che gli garantisce la collaborazione di una diva d eccezione, spingono d Annunzio sin dagli ultimi anni dell Ottocento a dedicarsi anche a una produzione destinata al teatro. Sollecitato dalla relazione con l attrice Eleonora Duse, d Annunzio scrive alcuni testi teatrali, con l intento di realizzare un «teatro di poesia , ossia in versi, fondendo recitazione, musica e danza sul modello del teatro greco. Mette in scena emozioni forti: amore, morte, passioni supeominiche e logoranti. La figlia di Iorio è la sua opera più famosa, ambientata in un universo rurale e primitivo, con una protagonista femminile dal destino tragico. Scrive per il teatro anche testi in francese, negli anni del suo autoesilio a Parigi. Drammi di sangue e violenza Con il proposito di realizzare un teatro in versi (un «teatro di poesia ), lontano dal dramma borghese realistico che in quegli anni metteva in scena vicende della normale vita quotidiana, lo scrittore aspira, secondo la teoria wagneriana dell opera d arte totale, a fondere recitazione, musica e danza, rinnovando la tradizione della tragedia greca. Amore, morte, pulsioni superomistiche e passioni logoranti vengono rappresentati in ambientazioni diverse: nell Argolide presso le rovine di Micene (La città morta, 1898), nel mondo medievale (Francesca da Rimini, 1901; La nave, 1908) o in quello del selvaggio Abruzzo pastorale (La figlia di Iorio, 1904, probabilmente l opera teatrale meglio riuscita). La figlia di Iorio Nella Figlia di Iorio si torna al contesto delle novelle giovanili: entro un universo umano agreste e primitivo, attraversato da credenze e superstizioni, l autore mette in scena la tragica vicenda di Mila di Codra, destinata a morire sul rogo poiché si autoaccusa di essere una strega e di aver istigato l amato Aligi a uccidere il padre Lazaro che aveva cercato di violentarla. La tematica e l ambientazione conferiscono all opera tratti veristi, ma lo stile del testo è lontano dal linguaggio comune, del tutto immune da ogni volontà di regressione popolaresca: il registro è sempre alto e il lessico enfatico e retorico. Le martyre de Saint Sébastien La scrittura per il teatro occupa d Annunzio anche dopo la fine della sua relazione con Eleonora Duse. Significativa è soprattutto una tragedia composta durante l esilio francese, nell antica lingua d o l: Le martyre de Saint Sébastien, pubblicata nel 1911, sarà musicata da Claude Debussy e interpretata dalla grande danzatrice russa Ida Rubinstein. 407

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi