Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Pascoli L esperienza di questa immersione è complicata dall uso simultaneo di una sinestesia* (le voci di tenebra azzurra, v. 36) e di un ossimoro* (l oscurità è paradossalmen te azzurra, come accade al buio del cielo notturno quando sfuma in un imprevedibile chiarore): le voci risucchiano indietro verso il nulla, che è insieme la culla della nascita e il vuoto della fine. Il suono delle campane, innocente ricordo dell infanzia, diventa al lo stesso tempo un sinistro suono di morte. La sperimentazione metrica L aspetto metrico ribadisce la grande originalità della poesia di Pascoli, il quale, pur mantenendosi all interno di schemi consolidati, scompone e reinterpreta con gran de libertà le forme chiuse della tradizione. Qui fa uso di novenari e di senari: si tratta già di una scelta per molti versi innovativa, dal momento che di solito si privilegiano l endecasillabo e il settenario. Ma l aspetto più importante è legato alla modalità, asso lutamente personale, con cui il poeta utilizza questi metri. Il novenario, per esempio, presenta un accentazione alquanto variata, che ritmicamente produce scansioni diverse: alcuni versi si aprono con l accento tonico sulla prima sillaba (Là, presso le allegre ranelle, v. 11), altri sulla seconda (singhiozza monotono un rivo, v. 12). Inoltre la presenza del le cesure determina la frattura del verso: il v. 3, le tacite stelle. Nei campi, più che un nove nario, è la somma di un senario (le tacite stelle) e un trisillabo (Nei campi). Una disgregazione delle forme canoniche ancora più evidente è operata poi dalle esclamazioni: il v. 7, Nel giorno, che lampi! che scoppi!, per esempio, è interrotto da pause continue, per cui il metro non si concilia più con la sintassi (in questo caso, nominale). La stessa cosa può dirsi per l ultima strofa, dove l unità metrica è ostacolata da moltepli ci fratture, determinate ancora da esclamativi, ma anche da virgole e puntini di sospen sione. Infine vanno segnalati i due versi sdruccioli* (vv. 19 e 34): la loro sillaba finale (re-sta-no; sus-sur-ra-no) viene conteggiata come parte del verso seguente, che così da ot tonario diventa anch esso novenario. Verso le COMPETENZE COMPRENDERE 1 Dai un titolo a ogni strofa della poesia. 2 Fai la parafrasi del testo. ANALIZZARE 3 Individua nel componimento i termini e le espressioni afferenti al capo semantico del suono, distinguendo quelli connotati positivamente e quelli connotati negativamente: che cosa puoi osservare? 4 Quale funzione hanno le onomatopee presenti nel testo? 5 Quali elementi concorrono alla messa in evidenza della vitalità di ciascun elemento naturale? 6 Individua nel testo almeno un esempio delle seguenti figure retoriche: a allitterazione; b ossimoro; c sinestesia; d metonimia. INTERPRETARE 7 In che modo e perché, a tuo parere, le campane sono umanizzate? 8 La poesia presenta una forte componente autobiografica. Quali riferimenti alla vita del poeta possono esservi colti? 9 La mia sera è uno dei componimenti in cui Pascoli più chiaramente mette in pratica gli enunciati teorici del Fanciullino. Motiva questa affermazione facendo opportuni riferimenti al testo. PRODURRE 10 SCRIVERE PER CONFRONTARE Il tema della sera è un motivo su cui si è soffermato Ugo Foscolo nel sonetto Alla sera. In un testo espositivo di circa 30 righe evidenzia analogie e differenze con La mia sera di Pascoli, prendendo in considerazione gli aspetti metrici, contenutistici e stilistici. 339

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi