Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Pascoli 10 15 20 Si devono aprire le stelle nel cielo sì tenero e vivo. Là, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo. Di tutto quel cupo tumulto, di tutta quell aspra bufera, non resta che un dolce singulto nell umida sera. , quella infinita tempesta, finita in un rivo canoro. Dei fulmini fragili restano cirri di porpora e d oro. O stanco dolore, riposa! La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell ultima sera. 9-10 Si devono vivo: il cielo appare così umido (tenero) a causa della pioggia e vibrante che le stelle sicuramente dovranno spuntare. Il verbo aprire sottintende un analogia tra l accendersi delle stelle e lo sbocciare dei fiori. 13 quel cupo tumulto: ci si riferisce al forte rumore del temporale. 14 aspra: violenta. 15 dolce singulto: il singhiozzo (ossia il rumore del ruscello, il rivo del v. 12) è definito, tramite un ossimoro, dolce per sintetizzare il passaggio dal pianto di dolore del giorno alla quiete riposante della sera, in cui del pianto resta, nel singulto, un residuo, un eco. 17 infinita: che sembrava non dover mai finire. 18 rivo canoro: ruscello che produce un suono simile a un canto. 25 30 35 40 Che voli di rondini intorno! che gridi nell aria serena! La fame del povero giorno prolunga la garrula cena. La parte, sì piccola, i nidi nel giorno non l ebbero intera. Né io e che voli, che gridi, mia limpida sera! Don Don E mi dicono, Dormi! mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi! là, voci di tenebra azzurra Mi sembrano canti di culla, che fanno ch io torni com era sentivo mia madre poi nulla sul far della sera. 19 fulmini fragili: l attributo fragili sem- bra riferirsi alla forma (a zig-zag, come se dessero l impressione di spezzarsi nel cielo) e alla breve durata dei fulmini. Secondo un altra interpretazione, fragili andrebbe collegato al sostantivo cirri del verso successivo. 20 cirri: nuvole sfilacciate e leggere di alta quota. 21 stanco dolore: si tratta del dolore dell uomo vinto dalla Storia e da un presente angoscioso. riposa!: plàcati! 22-24 La nube ultima sera: la nube che ora, a sera inoltrata, vedo del colore più rosa è la stessa che, durante il giorno, era la più nera. Giunto alla sera della vita, il poeta può dunque ricordare con maggior distacco le sofferenze passate. 27-28 La fame cena: la fame patita in un giorno povero di cibo a causa della tem- pesta allunga la durata della cena dei rondinini, che continuano a garrire per la felicità. 29-30 La parte intera: i piccoli nel nido non hanno avuto, durante il giorno, tutta la parte di cibo, per quanto piccola, di cui avevano bisogno. 31 Né io: neanche io. 33 dicono: il soggetto di questo verbo, al plurale come i seguenti, è il suono delle campane. 36 là: dove suonano le campane. voci azzurra: il suono delle campane è assimilato a voci misteriose provenienti dalle profondità azzurre del cielo. 38 fanno ch io: fanno sì che io. com era: cioè fanciullo. Dentro il TESTO L agitazione del giorno si spegne nella pace della sera I contenuti tematici Dopo un giorno di tempesta, con la sera sopraggiunge la quiete e una gioia tranquilla e leggiera (v. 6) pare contagiare la natura. Nella calma ritrovata, il poeta rivive le vicende dolorose del proprio passato, ora decantate in una serenità nuova, finalmente assapora ta al tramonto di una vita segnata da tanti dolori. Tutta la lirica è strutturata su questo confronto l infuriare degli elementi durante il giorno e il placarsi della tempesta nella pace della sera che sottintende a sua volta il confronto riguardante l esistenza del poeta, tra la giovinezza inquieta e la vecchiaia finalmente serena. Così il componimento sviluppa, al di là dell apparenza di bozzetto idillico, un intensa meditazione autobiografica. Non a caso, la sera è per il poeta un 337

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi