T1 - L’eterno fanciullo che è in noi (Il fanciullino)

Giovanni Pascoli in sintesi zia, quando il linguaggio figurato, i particolari descrittivi, le comparazioni e le similitudi ni rappresentano la normale espressione della percezione del mondo. I fanciulli sono infatti portati a personificare le cose, a legare le manifestazioni na turali all intervento di forze soprannaturali, ad attribuire vita e sentimento per esempio alla pioggia, al sole, al vento, a considerare il sogno come un esperienza reale. Allo stes so modo, il poeta risalirà fino agli albori della propria esistenza, assegnando caratteristi che umane agli animali e alle piante e ripristinando un rapporto magico con la realtà, in un ottica straniante rispetto a quella abituale: così, rivestiti i panni del «fanciullino , «parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle [ ], popola l ombra di fanta smi e il cielo di dei [ ], impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare . Pascoli sostiene l autonomia e lo spirito disinteressato della poesia, senza sottovalutare la sua «suprema utilità morale e sociale . La natura disinteressata della poesia Inoltre, pur senza ignorare l implicito messaggio sociale insito nella poesia (l autore parla di «una suprema utilità morale e socia le , mettendo in evidenza la «natura socialista , umana e filantropica, dell arte), Pascoli sottolinea l autonomia dell atto poetico e la sua natura spontanea e disinteressata. L unico obiettivo che la poesia riconosce a sé stessa è quello di esprimersi con purezza, rifiutan do di essere applicata a finalità prefissate e a interessi politici strumentali o contingenti. Lo stile di Pascoli è il frutto di una incessante sperimentazione, che dà luogo a innovazioni lessicali e formali le quali, pur manifestandosi nell ambito della rima e delle forme metriche classiche, segneranno un punto di non ritorno nella poesia italiana. Una «rivoluzione inconsapevole Si tratta, come ha scritto il critico e saggista Gia como Debenedetti, di una rivoluzione per molti aspetti «inconsapevole : il poeta ha cioè, sul piano teorico, una coscienza limitata del significato storico della propria sperimenta zione. D altra parte, nello stile di Pascoli, accanto alle molte novità formali sopravvivono, come vedremo, istanze consolidate, quali la conservazione della rima e il rispetto delle forme metriche: un ambivalenza che fa di lui un «rivoluzionario nella tradizione (la formula è di Gianfranco Contini). Tuttavia la rottura con i canoni del classicismo (che an novera maestri influenti contemporanei a Pascoli, come Giosuè Carducci) è ormai com piuta: da essa muoveranno le esperienze poetiche più innovative del Novecento italiano. T1 L eterno fanciullo che è in noi Il fanciullino, I; III; XI La purezza dello sguardo del poeta Estrapoliamo alcuni passi significativi dal più importante saggio di poetica pascoliano. L autore esprime qui la propria concezione della poesia, che corrisponde a una sorta di stato infantile permanente, grazie al quale è ancora possibile, anche quando si è adulti, guardare al mondo con ingenuità e meraviglia. I. dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi,1 come credeva Cebes Tebano2 che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora3 e tripudi4 suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera,5 egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli6 che ruzzano7 e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono 1 brividi: a causa del timore della morte. 2 Cebes Tebano: si tratta di uno degli in- terlocutori di Socrate nel dialogo Fedone di Platone. Nel momento in cui il filosofo sta per bere la cicuta che lo ucciderà, Ce- bes non riesce a trattenere lo sgomento. E si scusa con il maestro affermando che le lacrime non sono le sue, ma del fanciullo che ha dentro di sé. 3 ancora: anche. 4 tripudi: gioie. 5 tuttavia tenera: ancora infantile. 6 due fanciulli: quello reale e quello in- teriore. 7 ruzzano: scherzano. 331

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi