Cronache dal passato - Pascoli sovversivo

Giovanni Pascoli in sintesi Dal 1895 Pascoli insegna Grammatica latina e greca all Università di Bologna, poi a Messina e a Pisa, poi di nuovo a Bologna dove ricopre la cattedra di Letteratura italiana che era stata di Carducci. Pascoli si dedica anche alla poesia, nella quiete della casa di campagna che acquista nel 1895 a Castelvecchio e dove abiterà per il resto della vita con la sorella Maria. Muore a Bologna nel 1912 e viene sepolto a Castelvecchio. Maria vivrà ancora quarant anni, custode della memoria del fratello. concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam, in cui trionferà per altre dodici volte e a cui ha deciso di partecipare dopo estenuanti tentennamenti, poiché l idea della fama letteraria, anziché gratificarlo, lo inquieta. La carriera universitaria I successi letterari, del resto, gli aprono le porte dell università: dal 1895 al 1897 insegna Grammatica greca e latina all Università di Bologna; dal 1897 al 1903 è ordinario di Letteratura latina a Messina; quindi viene trasferito a Pisa, dove insegna Grammatica latina e greca sino al 1905, quando, coronando la sua carriera accademica, ritorna a Bologna, chiamato a succedere a Carducci alla cattedra di Letteratura italiana. Gli ultimi anni All insegnamento, Pascoli affianca lo studio e il lavoro poetico, a cui ama dedicarsi nella casa di Castelvecchio (oggi Castelvecchio Pascoli, nel comune di Barga) in Garfagnana, dove si è trasferito con Maria fin dal 1895. Qui Pascoli vive, come in un rifugio, la sua esistenza di poeta e insieme di contadino. A questa dimensione si sottrae solo nelle rare uscite pubbliche, in occasione di discorsi celebrativi che lo vedono nei panni del letterato ufficiale, ereditati dal maestro Carducci. Celebre, in particolare, è l orazione intitolata La grande proletaria si è mossa, con cui nel novembre 1911 si schiera a favore dell impresa coloniale in Libia. Malato di cirrosi epatica, Pascoli muore a Bologna nel 1912 e viene sepolto a Castelvecchio, dove Maria resterà sino alla fine dei suoi giorni (1953), gelosa custode delle memorie e delle carte del fratello. CRONACHE dal PASSATO Pascoli sovversivo I La breve stagione di passione politica di Pascoli terminata con un processo per oltraggio e attività sediziose l 17 novembre 1878 la famiglia reale è in visita a Napoli e la città è addobbata a festa per l evento. Qualche politico, di fede repubblicana, ha contestato in consiglio comunale le spese sostenute per accogliere trionfalmente i Savoia e non mancano le polemiche degli agitatori internazionalisti (anarchici e socialisti), che nei giorni precedenti hanno organizzato manifestazioni, subito represse dalle autorità. Ma quando Umberto I, la moglie Margherita e il figlio il futuro Vittorio Emanuele III sfilano per le strade della città, nessuno ci pensa più: una calca di uomini e donne fa ressa presso la carrozza reale, molti per chiedere favori e porgere suppliche. Tra i presenti c è anche un giovane lucano, di professione cuoco. Il suo nome è Giovanni Passannante e ha già alle spalle mesi di carcere per la sua attività di sovversivo, prima come repubblicano poi come anar- chico. Passannante attende che la carrozza lentamente gli sfili davanti, quindi sale sul predellino, tira fuori un coltello avvolto in un fazzoletto rosso e colpisce il re gridando: «Viva la Repubblica Universale! . L attentato fallisce: il re, protetto dal primo ministro Benedetto Cairoli, viene solo ferito a un braccio. Passannante viene subito arrestato e morirà nel 1910 nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino dopo una detenzione di inaudite sofferenze. Una poesia perduta Pascoli, che l amicizia con Andrea Costa ha portato sulla strada della militanza politica, è coinvolto nelle manifestazioni che repubblicani e anarchici organizzano a Bologna. Tiene lui stesso qualche comizio: in uno, dal palco, recita un ode a Passannante, che ha composto in onore dell attentatore del re. Fa in tempo a declamare «Colla berretta d un cuoco, faremo una bandiera : poi, prima che arrivi la forza pubblica a disperdere la folla, strappa il foglio su cui ha scritto i versi. Di questo testo non rimane dunque traccia, ma solo l intrigante mistero del suo contenuto. Il poeta in carcere L autore non rinuncia però alla militanza: tra l agosto e il settembre del 1879 si tiene un processo contro alcuni rivoluzionari di Imola. Pascoli è tra i più assidui a partecipare alle udienze. Il 7 settembre, davanti al carcere in San Giovanni in Monte, dove sono stati portati gli imputati, urla insieme ai compagni: «Viva la Comune, viva l Internazionale, viva i malfattori, avanti vigliacchi sgherri , e viene arrestato per grida sediziose e oltraggio. Tre mesi dopo, al processo è assolto, ma abbandona la partecipazione alla politica attiva. 325

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi