Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Verga 200 205 210 215 220 225 230 235 con tutti quei debiti Le raccomandava la sua roba, di proteggerla, di difenderla: «Piuttosto farti tagliare la mano, vedi! quando tuo marito torna a proporti di firmare delle carte! Lui non sa cosa vuol dire! . Spiegava quel che gli erano costati, quei poderi, l Alìa, la Canziria, li passava tutti in rassegna amorosamente; rammentava come erano venuti a lui, uno dopo l altro, a poco a poco, le terre seminative, i pascoli, le vigne; li descriveva minutamente, zolla per zolla, colle qualità buone o cattive. Gli tremava la voce, gli tremavano le mani, gli si accendeva tuttora il sangue in viso, gli spuntavano le lagrime agli occhi: «Mangalavite, sai la conosci anche tu ci sei stata con tua madre Quaranta salme32 di terreni, tutti alberati! ti rammenti i belli aranci? anche tua madre, poveretta, ci si rinfrescava la bocca, negli ultimi giorni! 300 migliaia l anno, ne davano! Circa 300 onze!33 E la Salonia dei seminati d oro della terra che fa miracoli benedetto sia tuo nonno che vi lasciò le ossa! . Infine, per la tenerezza, si mise a piangere come un bambino. «Basta , disse poi. «Ho da dirti un altra cosa Senti . La guardò fissamente negli occhi pieni di lagrime per vedere l effetto che avrebbe fatto la sua volontà. Le fece segno di accostarsi ancora, di chinarsi su lui supino che esitava e cercava le parole. «Senti! Ho degli scrupoli di coscienza Vorrei lasciare qualche legato34 a delle persone35 verso cui ho degli obblighi Poca cosa Non sarà molto per te che sei ricca Farai conto di essere36 una regalìa che tuo padre ti domanda in punto di morte se ho fatto qualcosa anch io per te . «Ah, babbo, babbo! che parole! , singhiozzò Isabella. «Lo farai, eh? lo farai? anche se tuo marito non volesse . Le prese le tempie fra le mani, e le sollevò il viso per leggerle negli occhi se l avrebbe ubbidito, per farle intendere che gli premeva proprio, e che ci aveva quel segreto in cuore. E mentre la guardava, a quel modo, gli parve di scorgere anche lui quell altro segreto,37 quell altro cruccio nascosto, in fondo agli occhi della figliuola. E voleva dirle delle altre cose, voleva farle altre domande, in quel punto, aprirle il cuore come al confessore, e leggere nel suo. Ma ella chinava il capo, quasi avesse indovinato, colla ruga ostinata dei Trao fra le ciglia, tirandosi indietro, chiudendosi in sé, superba, coi suoi guai e il suo segreto. E lui allora sentì di tornare Motta, com essa era Trao,38 diffidente, ostile, di un altra pasta. Allentò le braccia,39 e non aggiunse altro. «Ora fammi chiamare un prete , terminò con un altro tono di voce.40 «Voglio fare i miei conti con Domeneddio . Durò ancora qualche altro giorno così, fra alternative di meglio e di peggio.41 Sembrava anzi che cominciasse a riaversi un poco, quando a un tratto, una notte, peggiorò rapidamente. Il servitore che gli avevano messo a dormire nella stanza accanto l udì agitarsi e smaniare prima dell alba. Ma siccome era avvezzo a quei 32 salme: la salma era un unità di misura di capacità, usata particolarmente in Sicilia, corrispondente a circa 275 litri. 33 300 onze: una cifra ragguardevole a quei tempi. 34 legato: lascito testamentario. 35 a delle persone: allude a Diodata e ai figli illegittimi che aveva avuto da lei. 36 di essere: che sia. 37 quell altro segreto: anche Isabella ave- va avuto un figlio illegittimo dalla relazione con un cugino. 38 E lui Trao: Gesualdo percepisce tutta l estraneità che lo separa dalla figlia: lui è Motta, lei è Trao (dal cognome della madre). 39 Allentò le braccia: si sciolse dall ab- braccio, quasi in un gesto di resa: il solco di incomunicabilità tra Gesualdo e la figlia non può essere colmato. 40 con voce: il timbro vocale della tenerezza paterna è ormai dissolto. 41 fra alternative di meglio e di peggio: con l alternarsi di miglioramenti e peggioramenti. 195

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi