Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Verga 120 125 130 135 140 145 150 155 160 natura . Sicché il poveraccio dovette mandar giù tutto, e rivolgersi alla figliuola, per sapere qualche cosa. «Che hanno detto i medici? Dimmi la verità? una malattia grave, di ? . E come le vide gonfiare negli occhi le lagrime, malgrado che tentasse di cacciarle indietro, infuriò. Non voleva morire. Si sentiva un energia disperata d alzarsi e andarsene via da quella casa maledetta. «Non dico per te Hai fatto di tutto Non mi manca nulla Ma io non ci sono avvezzo, vedi Mi par di soffocare qui dentro . Neppur lei non ci stava bene in quella casa. Il cuore glielo diceva, al povero padre. Sembrava che fossero in perfetto accordo, marito e moglie; discorrevano cortesemente fra di loro, dinanzi ai domestici; il duca passava quasi sempre una mezz oretta nel salottino della moglie dopo pranzo; andava a darle il buon giorno ogni mattina, prima della colazione; per i Morti, a Natale, per la festa di Santa Rosalia,18 e nella ricorrenza del suo onomastico o dell anniversario del loro matrimonio, le regalava dei gioielli, che essa aveva fatto ammirare al babbo, in prova del bene che le voleva il marito. «Ah, ah capisco dev essere costata una bella somma! Però non sei contenta si vede benissimo che non sei contenta . Leggeva in fondo agli occhi di lei un altro segreto, un altra ansietà mortale, che non la lasciava neppure quand era vicino a lui, che le dava dei sussulti, allorché udiva un passo all improvviso, o suonava ad ora insolita la campana che annunziava il duca; e dei pallori mortali, certi sguardi rapidi in cui gli pareva di scorgere un rimprovero. Alcune volte l aveva vista giungere correndo, pallida, tremante come una foglia, balbettando delle scuse. Una notte, tardi, mentre era in letto coi suoi guai, aveva udito un agitazione insolita nel piano di sotto, degli usci che sbattevano, la voce della cameriera che strillava, quasi chiamasse aiuto, una voce che lo fece rizzare spaventato sul letto. Ma sua figlia il giorno dopo non gli volle dir nulla; sembrava anzi che le sue domande l infastidissero. Misuravano fino le parole e i sospiri in quella casa, ciascuno chiudendosi in corpo i propri guai, il duca col sorriso freddo, Isabella con la buona grazia che le aveva fatto insegnare in collegio. Le tende e i tappeti soffocavano ogni cosa. Però, quando se li vedeva dinanzi a lui, marito e moglie, così tranquilli, che nessuno avrebbe sospettato quel che covava sotto, si sentiva freddo nella schiena. Del resto, che poteva farci? Ne aveva abbastanza dei suoi guai. Il peggio di tutti stava lui che aveva la morte sul collo. Quand egli avrebbe chiuso gli occhi tutti gli altri si sarebbero data pace, come egli stesso s era data pace dopo la morte di suo padre e di sua moglie. Ciascuno tira l acqua al suo mulino. Ne aveva data tanta dell acqua per far macinare gli altri! Speranza, Diodata,19 tutti gli altri un vero fiume. Anche lì, in quel palazzo di cuccagna, era tutto opera sua; e intanto non trovava riposo fra i lenzuoli di tela fine, sui guanciali di piume; soffocava fra i cortinaggi e le belle stoffe di seta che gli toglievano il sole. I denari che spendeva per far andare la baracca, i rumori della corte, il cameriere che gli tenevano dietro l uscio a contargli i sospiri, insino al cuoco che gli preparava certe brode insipide che non riusciva a mandar giù, ogni cosa l attossicava;20 non digeriva più neanche i bocconi prelibati, erano tanti chiodi nelle sue carni. «Mi lasciano morir di fame, capisci! , lagnavasi colla figliuola, alle volte, cogli occhi accesi dalla disperazione. Non è per risparmiare Sarà della roba buona 18 Santa Rosalia: patrona di Palermo, la cui festa si svolge nel mese di luglio. 19 Speranza, Diodata: la prima era la so- rella di Gesualdo, la seconda la sua serva e concubina, dalla quale aveva avuto due figli illegittimi (Nunzio e Gesualdo). 20 attossicava: avvelenava. 193

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi