Il tesoro della letteratura - volume 3

PROVA 2 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 le. Per le strade e le piazze di Lucca, davanti alle chiese e ai palazzi, senza minimamente accorgersi della pioggia, come a Ungaretti accade, il poeta tornava a dirmi che questo, vivo davanti ai suoi occhi, era il paesaggio, questa la sua arte romanica, misura serena che placa in armonia ogni contrasto, sebbene i casi della vita, le vicende del tempo, i problemi che di volta in volta gli sono affacciati, lo avevano condotto ad esplorare, non senza sforzo , dimensioni differenti del paesaggio, per esempio, appunto, la campagna laziale. Roma ed il barocco. Meglio quella natura poteva forse corrispondere alla ardita tensione del suo canto: proponendogli difficoltà che alla fine potranno apparirci straordinariamente felici per lo sviluppo della sua ricerca. Se i casi della vita, e più il senso di questi cinquant anni di tempi moderni con tutto il loro travaglio, con tutti i problemi, con il pieno carico di sofferenza diffuso a piene mani, se tutto questo ha portato la ricerca di Ungaretti a siglarsi nella tematica propria del barocco, a questo il poeta è stato come forzato fuori dalla sua scelta di misura, forzato dalla impietosa furia dei tempi, dai contrasti in atto, dalla tentata e impossibile conciliazione. Ma Ungaretti è naturalmente, spontaneamente rimasto romanico, anche se barocca è la veste prevalente che da un momento in là, in specie, ha caratterizzato la sua ricerca. Con il Sentimento del tempo, infatti, sempre più si approfondisce in lui e, direi quasi, si scatena, anche quello che nei versicoli dell Allegria era già tutto presente e sottinteso: il «problema religioso che ad un certo momento, irrimandabile, si pone nella vita dell uomo . Il percorso per arrivare a farsi chiara una dimensione delle cose, sorretto da una luce intensa, fu proprio percorso d indagine dei baratri e degli abissi, quei raffronti tra gli aspetti delle cose e il loro contrario, fra le parvenze e le forme vere, nel correre e ricorrere alle vicende storiche, il loro distruggersi nelle ceneri, il loro rinascere dalle ceneri, quegli stessi problemi della umana sofferenza. Con sorpresa per il mondo della poesia, negli anni della permanenza di Ungaretti a Marino, sui colli intorno a Roma, scoppieranno gli Inni. «Nel 1928 ricorda il poeta dal Monastero di Subiaco dove avevo trascorso ospite una settimana, di ritorno da Marino, d improvviso seppi che la parola dell anno liturgico mi si era fatta vicina nell anima: in quei tempi mi sarebbero nati gli Inni . Per un singolare travaglio di carattere religioso, per questo tipo di risentita esplorazione delle cose circostanti, per il senso della nostra età, partecipando di dubbi, conquistandosi con fatica certezze, il tumulto esplosivo del paesaggio laziale, il contrasto di dissidio delle forme barocche di Roma, il senso tutto palese e aperto del sovrapporsi delle epoche civili, meglio si prestarono al poe-ta per condurre un indagine siffatta, mossa anche dall emozione letteraria di grandi testi della letteratura barocca ai quali ora la meditazione tornava interessata. E fu sorprendente, e quasi miracoloso, che le vicende della vita del poeta lo portassero di lì a poco ad un lungo e bruciante soggiorno in Brasile, a contatto con una natura e con i sensi della presenza umana che amplificavano e quasi esasperavano, fino al delirio e alla allucinazione problemi e temi della stessa natura di quelli tanto segretamente esplosi nel Sentimento del tempo. Con tanto più aperto e visibile quello che già c era fin dall Allegria, il contrasto fra l irruente e carnale desiderio dei sensi, e l intima misura, la quiete suprema delle idee, in una conquista religiosa. Di un tale dissidio, profondo nel suo animo (una delle chiavi per intendere meglio la sua voce di poesia) Ungaretti s era accorto anche in scritti di trent anni fa. «Nato in un paese maomettano leggo trascorsa l infanzia in una zona a quei tempi ancora deserta, con la tenda del beduino a quattro passi da casa nostra, so quanto sia facilmente virile la pratica d una religione, i cui precetti aderiscono alla sensualità . Del popolo cristiano , sottolineerà, invece, il suo modo di identificare a cupidigia , male, colpa, rimorso. [ ] La coscienza del peccato, l esigenza del rimorso («Rievocherò senza rimorso sempre un incantevole agonia dei sensi? ), alla ricerca del mitico recupero dell innocenza, doProve sul modello INVALSI 1281

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi