Il tesoro della letteratura - volume 3

La narrativa italiana del secondo Novecento 115 120 Le rare volte che si andava con la mamma alle funzioni della sera, dicevo che la più bella delle litanie11 era quella che seguiva la Jànua-céli,12 perché subito dopo la serie era finita e così si usciva di chiesa: ma non era la verità. Quella litania seguace della Jànua mi piaceva invece per la bellezza alata delle sue sillabe che volavano alte nella voce incantevole della mamma. Mia madre cantava, e io aspettavo trepidando la Jànua: poi ecco l immagine luminosa: Stella matutina! Poi s andava fuori. 11 litanie: nella liturgia cattolica, la litania consiste in una serie di invocazioni pronun- ciate dall officiante e completate dai fedeli. 12 Jànua-céli: porta del cielo (in latino Ia- nua Coeli, uno dei titoli attribuiti alla Madonna nelle litanie). Dentro il TESTO I peccati dei ragazzi Tra ironia e nostalgia Un impasto linguistico originale I contenuti tematici Gli atti impuri di cui si parla nel brano sono i primi giocosi contatti tra bambini e bambine: comportamenti in realtà privi di malizia, ma che la tradizionale prudenza degli adulti e una certa educazione religiosa tendono a proibire. Per i ragazzi di Malo si tratta di peccati gravi, che bisogna quindi confessare. considerato peccato grave anche parlare male del clero, ma quando Mino, amico del narratore, riferisce al sacerdote la frase utilizzata per offendere i preti (Aveva detto che i preti sono bai da tabacco, r. 67), questi, anziché indignarsi, scoppia in una fragorosa risata, evidentemente divertito dall inattesa espressione colorita. Ai tempi dell infanzia di Meneghello (e anche successivamente) i confessori erano soliti distinguere il dolore perfetto dal dolore imperfetto. In base al Catechismo di Pio X (il libro ufficiale di dottrina religiosa allora in uso nelle parrocchie), il primo è «il dispiacere dei peccati commessi, perché sono offesa di Dio nostro Padre, infinitamente buono e amabile , mentre il secondo è «il dispiacere dei peccati commessi, per il timore dei castighi eterni e temporali, o anche per la bruttezza del peccato . A partire da tale precisa casistica, nel rievocare l episodio dell imbarazzo di un amico, Ampelio, di fronte all inattesa reazione di un sacerdote, l autore si chiede con pensosa ironia: Chissà se ebbe il dolore perfetto Ampelio, quella volta che si confessò da don Emanuele? (rr. 101-102). Ed è ancora lo sguardo ironico dell adulto a ricostruire la spassosa e singolare gara di devozione di cui si parla nell ultima parte del brano. A distanza di anni, i valori, gli insegnamenti e i riti su cui si basava l educazione dei ragazzi appaiono irrimediabilmente lontani, ma, in un certo senso, vengono anche guardati con nostalgia. Le scelte stilistiche Uno dei tratti più caratteristici dell opera è la lingua, decisamente originale. Si tratta di «una lingua colta che, non senza guardare a Gadda, incastona parole e frasi latine [ ], alternando alla discorsività quasi familiare toni molto letterari, per lo più in modo ironico o scherzoso (Segre). La lingua alta è intervallata al dialetto: termini dialettali veri e propri o, più frequentemente, calchi italiani dal dialetto e tracce di italiano regionale. Verso le COMPETENZE COMPRENDERE 1 Qual è il principale motivo di preoccupazione per i ragazzi che si accingono a confessarsi? 2 Con quali modalità si svolge la gara di devozione tra il narratore e Guido? 1133

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi