T1 - La morte del Principe (Il Gattopardo)

La narrativa italiana del secondo Novecento ¥ T1 ¥ La morte del Principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Parte settima Siamo nel luglio del 1883. Accompagnato dalla figlia Concetta e dal nipote Fabrizietto, don Fabrizio, il principe di Salina, da tempo malato, si è recato in nave a Napoli per un consulto medico. Decide di tornare in treno a Palermo, dove lo aspettano la nuora (rimasta da poco vedova del marito Paolo), il nipote Tancredi e la moglie di quest ultimo, Angelica. Appena arrivato in stazione, il principe accusa uno svenimento, in seguito al quale viene condotto in un vicino albergo. Riportiamo le ultime pagine della Parte settima del romanzo, quasi interamente incentrata sul tema della morte. Un abbandono all assoluto 5 10 15 20 25 30 Il cameriere entrò con una bacinella di acqua tiepida e una spugna, gli tolse la giacca e la camicia, gli lavò la faccia e le mani, come si lava un bimbo, come si lava un morto. La fuliggine di un giorno e mezzo di ferrovia rese funerea anche l acqua. Nella stanza bassa si soffocava: il caldo faceva lievitare gli odori, esaltava il tanfo delle peluches1 mal spolverate; le ombre2 delle diecine di scarafaggi che vi erano stati calpestati apparivano nel loro odore medicamentoso;3 fuori dal tavolino di notte i ricordi tenaci delle orine vecchie e diverse incupivano la camera.4 Fece aprire le persiane: l albergo era in ombra ma la luce riflessa dal mare metallico5 era accecante; meglio questo però che quel fetore di prigione; disse di portare una poltrona sul balcone; appoggiato al braccio di qualcheduno si trascinò fuori e dopo quel paio di metri sedette con la sensazione di ristoro che provava un tempo riposandosi dopo sei ore di caccia in montagna. «Di a tutti di lasciarmi in pace; mi sento meglio; voglio dormire . Aveva sonno davvero; ma trovò che cedere adesso al sopore era altrettanto assurdo quanto mangiare una fetta di torta subito prima di un desiderato banchetto. Sorrise. «Sono sempre stato un goloso saggio .6 E se ne stava lì immerso nel grande silenzio esteriore, nello spaventevole rombo interno. Poté volgere la testa a sinistra: a fianco di Monte Pellegrino si vedeva la spaccatura nella cerchia dei monti, e più lontano i due colli ai piedi dei quali era la sua casa; irragiungibile com era questa gli sembrava lontanissima; ripensò al proprio osservatorio, ai cannocchiali7 destinati ormai a decenni di polvere; al povero Padre Pirrone8 che era polvere anche lui; ai quadri dei feudi, alle bertucce del parato,9 al grande letto di rame nel quale era morta la sua Stelluccia;10 a tutte queste cose che adesso gli sembravano umili anche se preziose, a questi intrecci di metallo, a queste trame di fili, a queste tele ricoperte di terre e di succhi d erba che erano tenute in vita da lui, che fra poco sarebbero piombate, incolpevoli, in un limbo fatto di abbandono e di oblio; il cuore gli si strinse, dimenticò la propria agonia pensando all imminente fine di queste povere cose care. La fila inerte delle case dietro di lui, la diga dei monti, le distese flagellate dal sole, gli impedivano financo di pensare chiaramente a Donnafugata;11 gli sembrava una casa apparsa in sogno; non più sua, gli sembrava: di suo non aveva adesso che questo corpo sfi- 1 peluches: i velluti di sedie e divani. 2 ombre: macchie. 3 medicamentoso: acre e sgradevole co- me quello di certi medicinali. 4 fuori la camera: perché nello scomparto basso del comodino (tavolino di notte) si custodiva il vaso da notte. 5 metallico: che rifletteva la luce come fa una superficie metallica. 6 saggio: capace, cioè, di aspettare il momento giusto per la soddisfazione dei propri desideri di gola. 7 cannocchiali: una delle passioni del principe era l osservazione degli astri. 8 Padre Pirrone: il cappellano di famiglia. 9 alle bertucce del parato: alle scimmie raffigurate sulle tappezzerie. 10 la sua Stelluccia: Maria Stella Màlvica, nobildonna palermitana moglie del principe. 11 Donnafugata: il cuore dei possedimenti dei Salina. 1103

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi