T16 - Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

Giacomo Leopardi Canti to remoto cadesti (v. 61) accomuna Silvia e la speranza, la cara compagna (v. 54) lacrimata (v. 55) come una presenza fisica reale. La gelida presenza della tomba ignuda (v. 62) conferma in conclusione l unico fine della vita, anzi di tutte le vite. Verso le COMPETENZE COMPRENDERE 6 1 Fai la parafrasi del componimento. 2 Traccia un breve ritratto di Silvia, soffermandoti sul suo aspetto fisico (per quanto esso si possa desumere dal testo), sulle caratteristiche psicologiche e sugli altri aspetti ricavabili dal componimento. PRODURRE 7 ANALIZZARE 3 Ai versi 15-16 (studi leggiadri sudate carte) e 21-22 (man veloce faticosa tela) troviamo ripetuta la stessa figura retorica. Quale? 4 Ai versi 20-21 il poeta scrive: porgea gli orecchi alla man veloce. Si può ascoltare una mano ? Di quale figura si tratta? INTERPRETARE 5 Ripercorrendo i punti del testo dove il poeta si sofferma sulle stagioni, sulla natura, sul paesaggio, spiega in che modo tale rappresentazione si lega ai temi del componimento. A quali caratteristiche di Silvia allude secondo te il vocativo del v. 42 (o tenerella)? SCRIVERE PER RACCONTARE Ripercorrendo con il pensiero la tua esperienza, hai conosciuto solo brevemente una persona che poi non hai più visto, la cui immagine si è però fissata nella tua mente? A distanza di tempo in che modo e per quali ragioni il suo ricordo riaffiora ancora oggi? DIBATTITO IN CLASSE 8 La giovinezza di Silvia termina improvvisamente all apparir del vero (r. 60): quali eventi, oggi, possono essere considerati conclusivi del fior degli anni , cioè indicativi di una nuova condizione esistenziale, quella della maturità? Discutine con i tuoi compagni. T 16 Canto notturno di un pastore errante dell Asia Canti, 23 Il mistero del perché della vita Scritto tra l ottobre del 1829 e l aprile del 1830, è l ultimo canto pisano-recanatese a essere composto (benché sia collocato nei Canti prima della Quiete dopo la tempesta e del Sabato del villaggio, scritti in precedenza) e approfondisce la meditazione leopardiana sull essenza della vita umana, facendo parlare in prima persona il personaggio fittizio di un pastore nomade. METRO Canzone libera di 6 strofe di diversa misura, formate da endecasillabi e settenari liberamente rimati. Il pastore si paragona alla luna e le domanda il senso della vita 5 Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? 2 silenziosa: l attributo connota l atmo- sfera silenziosa della notte, ma allo stesso tempo allude ai silenzi impenetrabili della luna, alla quale il pastore rivolge una domanda senza risposta. 3 vai: inizi il tuo percorso nel cielo. 4 indi ti posi: e poi tramonti. 5-6 Ancor calli?: dopo tanti secoli non sei sazia (paga) di ripercorrere le vie eterne (sempiterni calli) del cielo? 963

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento