La vicenda editoriale

Il primo Ottocento in sintesi Dal 1821 al 1823 Manzoni lavora alla prima stesura del romanzo, che intitola Fermo e Lucia, dal nome attribuito in origine ai due protagonisti. La trama è essenziale. la storia del matrimonio fra due giovani popolani ostacolato dall arroganza di un potente. Sullo sfondo paesi lombardi e la città di Milano colpiti da carestie e miseria e dalla peste. In appendice l autore riporta la storia del processo contro due untori, presunti responsabili della diffusione del morbo. Nei tre anni successivi Manzoni rivede profondamente il romanzo, non solo dal punto di vista linguistico dopo la famosa risciacquatura in Arno . Attutisce la scabrosità di alcuni episodi, dedica più spazio alla figura di Fermo, a cui cambia il nome in Renzo, aggiunge sfumature alla psicologia di certi personaggi, interviene sulla voce narrante per compensarne l intransigenza con l ironia, elimina l appendice sulla colonna infame . La nuova edizione vede la luce nel 1927 con il titolo I promessi sposi e sottotitolo Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni riscuotendo immediato successo. La vicenda editoriale Il Fermo e Lucia Manzoni pone mano al romanzo il 24 aprile 1821. Il lavoro prosegue sino al 17 settembre 1823 con alcune pause, nel corso delle quali l autore completa Il cinque maggio, l Adelchi e La Pentecoste. Al termine di questo periodo egli ha scritto 37 capitoli, divisi in quattro tomi, nei quali si narra intervallata da lunghe digressioni la storia di un matrimonio ostacolato dal capriccio di un signorotto locale in un borgo del lecchese. Intorno ai due promessi sposi, Fermo Spolino e Lucia Zarella (di qui il titolo attribuito all opera, suggerito dall amico letterato Ermes Visconti), ruota l intera società di un epoca (1628-1631) travagliata da conflitti (nel contesto della Guerra dei Trent anni), carestie, rivolte e da una terribile pestilenza, che miete innumerevoli vittime e contagia quasi tutti i personaggi. A questo flagello Manzoni dedica un appendice, in cui racconta il processo a due presunti untori , accusati di aver diffuso il morbo con unguenti velenosi, capri espiatori ingiustamente condannati a morte. Al posto delle loro case, demolite, verrà eretta una «colonna infame in ricordo, appunto, dell infamia dei presunti colpevoli; essa diventerà invece testimonianza dell ignoranza umana quando, molto tempo dopo, si dimostrerà l innocenza dei condannati: la colonna verrà così abbattuta, nel 1778. I promessi sposi. La ventisettana Completata la prima minuta , che all epoca non fu pubblicata, nel 1824 Manzoni decide di riscrivere il romanzo, operando modifiche sostanziali, che vanno ben al di là dell impianto linguistico (del quale si dirà più avanti). Da un lato sopprime o riduce gli episodi più scandalosi, a partire dalla digressione sui delitti della monaca di Monza; dall altro introduce alcuni passaggi cruciali, relativi per lo più a Fermo, ora ribattezzato Renzo. Rivede l intreccio dopo la fuga dal paese, alternando i guai di Lucia a quelli di Renzo, mentre in precedenza aveva composto due blocchi separati. Modifica i profili di alcuni personaggi, conferendo loro maggiori chiaroscuri (per esempio al ritratto dell Innominato, chiamato in precedenza Conte del Sagrato), e soprattutto agisce sulla voce narrante, smussandone l indole seriosa e intransigente grazie all introduzione di una robusta dose d ironia. Infine decide di sopprimere l appendice sulla «colonna infame . In questa veste I promessi sposi vedono la luce nel giugno 1827 presso la tipografia di Vincenzo Ferrario, in tre tomi, con il sottotitolo Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni, il quale continua a correggere sino all ultimo, con incontentabile impegno. Poco dopo Manzoni parte con la famiglia per la Toscana, dove si rende conto della necessità di una significativa revisione linguistica dell opera (la cosiddetta risciacquatura in Arno ). Le 2000 copie della prima edizione intanto vanno presto esaurite, e lo stesso accade alle altre che seguono di lì a poco. un successo clamoroso, testimoniato dal fiorire di ristampe abusive, dalle traduzioni in francese, inglese, tedesco e dagli elogi spesi da letterati di primo piano, italiani e stranieri (tra questi, Goethe). Gli intellettuali più tradizionalisti criticano tuttavia il rilievo attribuito a due miseri filatori di seta, mentre il mondo cattolico manifesta riserve dinanzi alla scelta di dipingere un parroco, don Abbondio, come mediocre e vigliacco. Il supplizio degli untori. Milano, Castello Sforzesco, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli . 808

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento