Il tesoro della letteratura - volume 2

Alessandro Manzoni I promessi sposi in sintesi Se fino ad allora al romanzo era attribuita una mera funzione di intrattenimento, ora alla letteratura è affidata una funzione edificante, di strumento pedagogico per la trasmissione di principi etici e civili. In nome del «santo Vero Manzoni ambienta la vicenda del suo romanzo in un epoca storica, e sceglie il Seicento perché secolo duro e depresso, segnato dalla peste e dall opprimente dominio spagnolo, ma anche per eludere la censura asburgica del suo tempo. Sue fonti per la ricostruzione dell ambiente sono le gride emanate dai governanti spagnoli, le opere sulla peste di scrittori del Seicento, come Ripamonti e Tadino, i saggi degli illuministi lombardi e quelli dell economista Melchiorre Gioia. Il romanticismo di Manzoni non presenta alcuni dei tratti caratterizzanti il movimento in altre culture europee: il pittoresco, l avventuroso, il protagonismo eroico. La scabrosità di certi luoghi e di certi ritratti presenti nella prima stesura è attutita dall autore nel laborioso processo di revisione del romanzo. vaste fasce di pubblico, respinte dalla difficoltà della letteratura tradizionale e desiderose di vedere rappresentate situazioni vicine alla loro esperienza. Un impegno morale e civile Il romanzo consente all autore di porre in primo piano gli umili, che nell Adelchi erano rimasti sullo sfondo, delineando in chiave drammatica le ingiustizie subite da due popolani onesti e animati da una profonda fede religiosa. Non si tratta semplicemente di divertire i lettori, ma di usare il flessibile strumento della narrazione a fini pedagogici. L «interessante deve aprire la via all «utile , come è chiaramente affermato nella prima introduzione alla stesura originale, a cui Manzoni non aveva dato un titolo ma che è comunemente nota come Fermo e Lucia: «Lettori miei, se dopo aver letto questo libro voi non trovate di avere acquistata alcuna idea sulla storia dell epoca che vi è descritta, e sui mali dell umanità, e sui mezzi ai quali ognuno può facilmente arrivare per diminuirli e in sé e negli altri, se leggendo voi non avete in molte occasioni provato un sentimento di avversione al male di ogni genere, di simpatia e di rispetto per tutto ciò che è pio, nobile, umano, giusto, allora la pubblicazione di questo scritto sarà veramente inutile . L opzione per il romanzo storico: tra documentazione e prudenza In questo contesto resta fondamentale l aggancio al «vero , garantito dalla decisione di calare la vicenda nel Seicento, al tempo della dominazione spagnola sulla Lombardia, di proiettarla cioè in un passato distante, scrupolosamente ricostruito con l aiuto di sterminate letture, di ambito soprattutto saggistico. Fonti principali sono gli elenchi di gride pubbliche, ovvero i provvedimenti legislativi emanati dai governatori di Milano, le opere sulla peste di Giuseppe Ripamonti e Alessandro Tadino, due storici vissuti nel XVII secolo, gli scritti giuridici degli Illuministi lombardi, i saggi sull economia pubblicati da Melchiorre Gioia (1767-1829). Sulla scelta di evitare ambientazioni contemporanee ha certo influito la repressione austriaca, che negli anni della composizione del romanzo si abbatte con violenza sulla nobiltà milanese: Manzoni ha davanti agli occhi l esempio del coetaneo Federico Confalonieri, arrestato per cospirazione nel 1821 e condannato a morte (pena poi commutata nella reclusione in un carcere durissimo, lo Spielberg). Sceglie allora un periodo in cui la realtà dell oppressione asburgica possa comunque essere riconosciuta in controluce: gli pare perfetto il Seicento, secolo della peste, epoca di estrema decadenza per la Lombardia, in balia dei governanti spagnoli incapaci e corrotti. Un romanticismo moderato ma non troppo Se è vero che il primo impulso a comporre un romanzo storico viene a Manzoni dalla lettura di Ivanhoe, è altrettanto vero che, a differenza dello scrittore scozzese Walter Scott (1771-1832), egli non indulge al pittoresco, alle avventure rocambolesche, agli eroi eccezionali. Ciò non significa che nelle sue pagine manchino influenze del primo Romanticismo (come il castello sinistro, tipico dei romanzi gotici) o della narrativa nera settecentesca. A questa, d altronde, si possono ricondurre il nucleo centrale dell intreccio, che verte sul tentato rapimento di una fanciulla innocente da parte di un nobile corrotto, e la più celebre digressione, che rievoca gli oscuri maneggi di una monaca assassina e del suo amante: tutti ingredienti già reperibili nelle opere di uno scrittore agli antipodi di Manzoni come il dissoluto marchese De Sade (1740-1814). Non a caso nelle successive stesure l autore cercherà di attenuare queste suggestioni più visibili nella prima redazione. 807

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento