La struttura, i personaggi, i temi

Alessandro Manzoni I promessi sposi in sintesi Fra il 1840 e il 1842 Manzoni ripubblica a dispense illustrate I promessi sposi dopo una ulteriore, profonda revisione linguistica nella direzione del fiorentino colto. Ripristina in appendice la Storia della colonna infame, presentata come una fonte storica del suo lavoro e come occasione per una dura condanna della tortura e della pena capitale. Questa edizione, detta la quarantana , è quella a cui facciamo riferimento noi lettori di oggi. I promessi sposi. La quarantana Dopo una profonda revisione linguistica, orientata verso il fiorentino colto, Manzoni promuove una nuova edizione del suo capolavoro, che fa illustrare con disegni originali per allettare i lettori popolari e contrastare le contraffazioni. Nasce così la cosiddetta quarantana , uscita a dispense dagli stampatori Guglielmini e Redaelli fra il 1840 e il 1842, con il supporto di un gruppo di disegnatori capeggiati da Francesco Gonin. Ad arricchire l opera vi è anche la presenza della Storia della colonna infame, l appendice sulla peste scritta per Fermo e Lucia, che Manzoni inserisce dopo il romanzo quale suo inseparabile completamento, tanto che fa scrivere la parola Fine in calce a essa. Qui, con spirito illuministico, l autore esprime il sentimento di orrore etico e religioso per l ignoranza e la superstizione degli uomini, per le colpe dei giudici che hanno emesso la condanna contro i presunti untori, poiché avrebbero potuto illuminare la verità e non lo hanno fatto per codardia e corruzione, scaricando la responsabilità del contagio della peste su poveri innocenti. L ultima edizione del romanzo va tuttavia incontro a un doloroso insuccesso. Il pubblico continuerà a preferire la ventisettana , e più di metà delle 10000 copie della prima tiratura della quarantana rimarranno invendute, causando all autore un gravissimo danno economico. Solo in un secondo tempo, e grazie all azione determinante della scuola, la quarantana diventerà e lo è tuttora il testo di riferimento per chi intenda accostarsi ai Promessi sposi. La struttura, i personaggi, i temi Un organismo complesso L autore si avvale dell espediente narrativo del manoscritto ritrovato. In questo caso sarebbe un manoscritto anonimo del Seicento quello da cui Manzoni ricava la vicenda di Renzo e Lucia. Con la finzione del manoscritto l autore raggiunge il doppio scopo di rendere più credibile la storia e di dare maggiore equilibrio alla voce del narratore. Il primo blocco narrativo della storia presenta i personaggi di Renzo e Lucia, don Abbondio, i bravi di don Rodrigo, Azzeccagarbugli, fra Cristoforo, Agnese, la madre di Lucia e Gertrude, la monaca di Monza, alla cui incresciosa vicenda è dedicata una lunga digressione. La finzione dell «anonimo Nell Introduzione ai Promessi sposi Manzoni sostiene di aver trovato e riscritto in un italiano meno ampolloso un «dilavato e graffiato autografo (ossia stinto e pieno di sgorbi), in cui gli era capitato di leggere una «bella storia davvero accaduta, raccolta da un anonimo nel Seicento. Si tratta di un espediente intramontabile, quello del manoscritto ritrovato , a cui aveva già fatto ricorso fra i tanti Miguel de Cervantes nel Don Chisciotte ( p. 122). La finzione del manoscritto è funzionale a dare il senso del secolo e a inserire nel contesto la figura dell anonimo, destinato a diventare nel corso della narrazione un vero e proprio personaggio fuori scena. Il narratore lo chiama in causa per distanziarsi dalla materia in modo ironico («così scrive il mio anonimo è una delle formule più ricorrenti) e per conferire alla vicenda narrata il carattere di un episodio effettivamente reale. L intreccio La storia in questione muove da una situazione di quiete e normalità. Il primo blocco narrativo del romanzo (capitoli 1-8), inquadrata la vicenda fra il lago e le alture del lecchese, si concentra sul sopruso subito da due devoti e laboriosi popolani, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Alla vigilia delle loro nozze due «bravi , cioè due sgherri di don Rodrigo, un nobile locale invaghito di Lucia, si parano dinanzi al parroco incaricato del matrimonio, don Abbondio, intimandogli di rinunciare, pena la vita. Invano Renzo si rivolge all avvocato Azzeccagarbugli; né miglior esito è ottenuto dal tentativo di fra Cristoforo, un cappuccino, padre spirituale dei due giovani, di cui l autore racconta in una digressione l irrequieta giovinezza: prima di ricevere la vocazione, l uomo al secolo Lodovico ha perfino ucciso un nobile in un duello provocato da futili motivi. 809

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento