Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento 15 20 25 30 35 40 45 50 Una tale, si direbbe quasi, perpetuità4 di tentativi inutili potrebbe, a prima vista, far credere che la ricerca stessa sia da mettersi, una volta per sempre, nella gran classe di quelle che non hanno riuscita, perché il loro intento è immaginario, e il mezzo che si cerca non vive che nei desideri. Lontani per sé da un tale scoraggimento,5 e animati dall autorevole e patriottico invito del sig. Ministro, i sottoscritti6 non esitano a esprimere la loro persuasione, che il mezzo c era, come c è ancora; che il non avere esso potuta esercitare la sua naturale attività ed efficacia, è avvenuto per la mancanza di circostanze favorevoli,7 senza però, che una tale mancanza abbia potuto farlo dimenticare, né renderlo affatto inoperoso; e che questa sua debole attività è quella che ha data occasione ai tanti sistemi che hanno potuto sovrapporglisi come le borraccine e i licheni a un albero che vegeti stentatamente.8 Questo mezzo, indicato dalla cosa stessa, e messo in evidenza da splendidi esempi,9 è: che uno degl idiomi, più o meno diversi, che vivono in una nazione, venga accettato da tutte le parti di essa per idioma o lingua comune [ ]. In verità, pensando a que due gran fatti delle lingue latina e francese, non si può a meno di non ridere della taccia di municipalismo10 che è stata data e si vuol mantenere a chi pensa che l accettazione e l acquisto dell idioma fiorentino sia il mezzo che possa dare di fatto all Italia una lingua comune. Senza il municipalismo di Roma e di Parigi non ci sarebbe stata, né lingua latina, né lingua francese. [ ] Riconosciuta poi che fosse la necessità d un tal mezzo, la scelta d un idioma che possa servire al caso nostro, non potrebbe esser dubbia; anzi è fatta. Perché è appunto un fatto notabilissimo questo: che, non c essendo stata nell Italia moderna una capitale che abbia potuto forzare in certo modo le diverse province a adottare il suo idioma, pure il toscano, per la virtù d alcuni scritti famosi al loro primo apparire, per la felice esposizione di concetti più comuni, che regna in molti altri, e resa facile da alcune qualità dell idioma medesimo, che non importa di specificar qui, abbia potuto essere accettato e proclamato per lingua comune dell Italia,11 dare generalmente il suo nome (così avesse potuto dar la cosa) agli scritti di tutte le parti d Italia, alle prediche, ai discorsi pubblici, e anche privati, che non fossero espressi in nessun altro de diversi idiomi d Italia. E la ragione per cui questa denominazione sia stata accettata così facilmente, è che esprime un fatto chiaro, uno di quelli la di cui virtù è nota a chi si sia. Ognuno infatti, che non sia preoccupato da opinioni arbitrarie e sistematiche,12 intende subito che per poter sostituire un linguaggio novo a quello d un paese, bisogna prendere il linguaggio d un altro paese. S aggiunga un altro fatto importante anch esso, cioè che, o tutti o quasi tutti quelli che negano al toscano la ragione di essere la lingua comune d Italia, gli concedono pure qualcosa di speciale, una certa qual preferenza, un certo qual privilegio sopra gli altri idiomi d Italia [ ]. 3 deva: debba. 4 perpetuità: eterna continuità. 5 scoraggimento: sconforto. 6 i sottoscritti: i membri della commissio ne, di cui oltre all autore facevano parte il filologo e politico Ruggero Bonghi (1826 1895) e lo scrittore e giornalista Giulio Car cano (18121894). 7 mancanza favorevoli: per la divisione 802 della penisola in più entità statali. 8 tanti sistemi vegeti stentatamente: le tante teorie sulla lingua si sono sovrappo ste all ipotesi del fiorentino come lingua della nazione, nello stesso modo in cui il muschio (borraccine) e i licheni si attac cano a un albero che stenta a svilupparsi. 9 splendidi esempi: il latino e il francese, come si spiega subito sotto. 10 taccia di municipalismo: accusa di pro vincialismo, cioè di avere una visione ri stretta del problema. 11 lingua comune dell Italia: s intende in ambito letterario, dove il ruolo dominante del toscano è fuori discussione. 12 opinioni sistematiche: pregiudizi ac cademici.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento