Il tesoro della letteratura - volume 2

Alessandro Manzoni Dentro il TESTO Ermengarda vittima innocente La struttura tripartita Il problema della voce parlante I contenuti tematici Partendo dalla narrazione della vicenda storica, Manzoni s inoltra nell analisi dei sentimenti: da una parte l ideale morale incarnato dalla virtù incontaminata dei principi Adelchi ed Ermengarda, dall altra la realtà politica dominata dalla smania di potere del re longobardo Desiderio e del re franco Carlo Magno. Ermengarda appare come vittima incolpevole del potere politico e delle sue dinamiche, ma proprio il dolore che essa è costretta a subire la redime dalle colpe della sua gente, i Longobardi, che prima dell arrivo dei Franchi hanno a lungo oppresso le popolazioni italiche. Come spesso accade con le maggiori liriche manzoniane, anche questo testo, che rappresenta una pausa nello sviluppo narrativo della tragedia, può essere suddiviso in tre parti. La prima (vv. 1-24) è occupata dalla raffigurazione di Ermengarda morente, alla quale il poeta rivolge pietose parole di conforto: la terza strofa, attraverso l apostrofe al personaggio (Sgombra, o gentil, dall ansia / mente i terrestri ardori ecc., vv. 13-14 e ss.), segna il passaggio alla sezione più propriamente lirica del coro. La seconda parte (vv. 25-60) illustra, dopo una strofa di raccordo e di commento (vv. 19-24), il dramma morale della donna, combattuta tra il desiderio di dimenticare il passato e il continuo ripresentarsi della memoria del suo amore per Carlo: le strofe dalla quinta alla nona (vv. 25-54) formano sintatticamente un unico periodo, costruito sull affollarsi incalzante dei ricordi; le patetiche esclamazioni della decima strofa (vv. 55-60), in cui vengono rievocati i momenti di intimità dei bagni termali, segnano una più diretta immedesimazione del poeta con l animo di Ermengarda. Nella terza e ultima parte (vv. 85-120), dopo una lunga similitudine che occupa ben quattro strofe (vv. 61-84, Come rugiada al cespite / dell erba inaridita ecc.), attraverso la ripresa (ai vv. 85-88) delle parole già in precedenza rivolte dal poeta a Ermengarda (vv. 13-16) viene sviluppato il motivo della provida sventura (vv. 103-104): lei, discesa dalla rea progenie (v. 97) degli oppressori, ora purificata dalla sofferenza (santa del suo patir, come era stato anticipato al v. 24) può morire compianta e placida (v. 105), con il volto finalmente rasserenato. Tuttavia, a garantire la coerenza e la compattezza del testo, sono presenti diversi legami tra le varie parti: per esempio, oltre alla ripetizione dello stesso gruppo di versi (vv. 13-16 e 85-88), ai vv. 31 e 111 Ermengarda viene definita improvida, aggettivo al quale fa da contrappunto provida (v. 103) riferito alla sventura; al v. 51 è indicata come la tenera, aggettivo ripreso ai vv. 89-90 nel sintagma la tenera / tua spoglia. Le scelte stilistiche In passato gli interpreti hanno a lungo dibattuto sull identità della voce che parla nel coro. A parlare sono le suore del convento bresciano di San Salvatore che accudiscono Ermengarda? Oppure è il poeta in prima persona? Si tratta, in realtà, di un falso dilemma: se sul piano drammatico, quello dell azione scenica in senso stretto, a parlare possono essere le monache, su un piano poetico più profondo non c è dubbio che Manzoni sovrappone la propria voce a quella delle donne, interloquendo intimamente con la sventurata Ermengarda. Il poeta esprime così i propri sentimenti di pietà e di compassione, innalzando il dramma terreno della donna a un livello trascendente, nell ambito, cioè, di una riflessione sulla fede religiosa e sul significato che essa può conferire all esito estremo di una vita umana tanto travagliata. 793

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento