Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento 55 60 65 E il premio sperato, promesso a quei forti, sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, d un volgo straniero por fine al dolor? Tornate alle vostre superbe ruine, all opere imbelli dell arse officine, ai solchi bagnati di servo sudor. 55-60 E il premio sperato, promesso a quei va lorosi (forti) sarebbe, o illusi (delusi), di mutare le vostre sorti, di porre fine alle sofferenze di una plebe straniera? Tornate alle vostre superbe ro vine, alle mansuete (imbelli) opere delle vostre riarse officine, ai campi bagnati dal sudore di schiavi. Il forte si mesce col vinto nemico, col novo signore rimane l antico; l un popolo e l altro sul collo vi sta. Dividono i servi, dividon gli armenti; si posano insieme sui campi cruenti d un volgo disperso che nome non ha. 61-66 I vincitori si mescolano al nemico vinto, il vecchio signore rimane in compagnia del nuovo; l uno e l altro popolo incombono su di voi (sul collo vi sta). Si spartiscono i servi, il bestiame (gli armenti); insieme si stanziano sui campi in sanguinati (cruenti) di una plebe divisa e senza nome. 57 d un volgo dolor: in una redazione precedente il poeta osservava che se i fran chi avessero voluto recare beneficio agli oppressi avrebbero potuto cominciare con la «lurida plebe che abitava le loro terre. 58-60 Tornate sudor: il passo riecheg gia i versi iniziali, per rimarcare l immuta ta condizione servile. Dentro il TESTO Il punto di vista del volgo disperso Udite!: il commento del poeta 786 I contenuti tematici Come spiega nella prefazione al Conte di Carmagnola, Manzoni nelle sue tragedie riprende dai modelli classici l espediente dei cori, piegandoli però ad assumere una diversa funzione: ne fa dei «cantucci che si riserva per commentare le vicende, sostituendo la propria voce a quella dei personaggi. In questa occasione, interrotta l azione nel momento in cui i franchi trionfano, il poeta non propone in partenza una meditazione personale, ma ripercorre gli eventi adottando il punto di vista di una terza componente rimasta sinora nell ombra, ovvero i popoli italici che assistono sbigottiti alla sconfitta dei loro signori longobardi (vv. 1-30). In armonia con lo spirito evangelico, Manzoni concentra la propria attenzione sugli umili, in opposizione alla prospettiva della tragedia classica, per la quale si dovrebbero ritenere degne d interesse soltanto le gesta di eroi e grandi personaggi. Egli realizza così, allo stesso tempo, gli obiettivi delineati nella lettera a Chauvet e nel Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica: completa cioè il nudo referto dei documenti storici integrandoli con i sentimenti di una massa di uomini passati sulla terra senza lasciare traccia. Il volgo disperso (vv. 4 e 66), le «genti meccaniche che nell Adelchi restano relegate nel coro del terzo atto balzeranno in primo piano nei Promessi sposi, in tutta la loro vitale individualità. Il poeta si rivolge con forza agli italici, che fanno da spettatori al corso della Storia (vv. 31-66). In primo luogo propone un flash back* sulle rinunce, sulle fatiche e sui rischi affrontati dai franchi nel corso della campagna militare. Nel descrivere gli invasori giunti da Oltralpe, Manzoni a tratti sembra cedere al fascino della saga barbarica, ma in realtà l insistenza sul loro coraggio e vigore risulta funzionale al passaggio successivo, in quanto essa alimenta l interrogativo retorico rivolto agli italici: perché illudersi? A che pro sperare che un esercito straniero intervenga gratuitamente per restituire la libertà a un popolo che ha dimenticato le antiche glorie, ormai ridotto a volgo disperso in stato di schiavitù? Incapaci di agire, gli italici non possono che assistere agli avvenimenti, con il cuore in tumulto. Ma questa è già una sconfitta: ancora una volta gli autentici vinti, al di là delle apparenze, sono loro. I longobardi, che non si sono mai fusi con le popolazioni locali (ma la storiografia moderna ha poi smussato questa tesi troppo netta), troveran-

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento