Il tesoro della letteratura - volume 2

Alessandro Manzoni 25 30 35 40 45 50 E sopra i fuggenti, con avido brando, quai cani disciolti, correndo, frugando, da ritta, da manca, guerrieri venir: li vede, e rapito d ignoto contento, con l agile speme precorre l evento, e sogna la fine del duro servir. 25-30 E da destra e da sinistra vede arrivare addosso ai fuggitivi guerrieri con spade desiderose di colpire (avido brando), come cani sciolti che corrono e frugano: li vede, e presa da una gioia sconosciuta (ignoto contento), con la speranza che corre veloce (l agile speme) precorre gli eventi, e sogna la fine della dura schiavitù. Udite! quei forti che tengono il campo, che ai vostri tiranni precludon lo scampo, son giunti da lunge, per aspri sentier: sospeser le gioie dei prandi festosi, assursero in fretta dai blandi riposi, chiamati repente da squillo guerrier. 31-36 Ascoltate! Quei vincitori (forti) che occupano il campo di battaglia e che impediscono la fuga ai vostri tiranni sono arrivati da lontano, lungo strade faticose: hanno sospeso la gioia dei festosi pranzi (prandi), in fretta si sono levati dai dolci riposi, chiamati all improvviso da trombe di guerra (squillo guerrier). Lasci r nelle sale del tetto natio le donne accorate, tornanti all addio, a preghi e consigli che il pianto troncò: han carca la fronte de pesti cimieri, han poste le selle sui bruni corsieri, volaron sul ponte che cupo sonò. 37-42 Hanno lasciato (Lasci r) nelle sale della casa (tetto) natia le donne affrante, che ripetevano i saluti di commiato (tornanti all addio), intente a preghiere e a consigli interrotti dal pianto: hanno il capo gravato da elmi ammaccati (pesti cimieri), hanno poste le selle sui bruni cavalli (corsieri), hanno galoppato sul ponte levatoio che ha emesso un suono cupo al loro passaggio. A torme, di terra passarono in terra, cantando giulive canzoni di guerra, ma i dolci castelli pensando nel cor: per valli petrose, per balzi dirotti, vegliaron nell arme le gelide notti, membrando i fidati colloqui d amor. 43-48 A gruppi sono passati di paese in paese, cantando allegre canzoni di guerra, ma pensando in cuor loro ai dolci castelli lasciati: percorrendo valli pietrose e balze scoscese (balzi dirotti) hanno vegliato armati nelle notti gelide, ricordando (membrando) i fiduciosi colloqui d amore. Gli oscuri perigli di stanze incresciose, per greppi senz orma le corse affannose, il rigido impero, le fami dur r: si vider le lance calate sui petti, a canto agli scudi, rasente agli elmetti, udiron le frecce fischiando volar. 49-54 Hanno sopportato (dur r) gli ignoti pericoli di soste snervanti (stanze incresciose), le corse affannose attraverso dirupi senza traccia di passaggi (greppi senz orma), la disciplina ferrea (rigido impero), la fame: hanno visto le lance nemiche contro i loro petti, accanto agli scudi, rasente agli elmi hanno sentito il fischio delle frecce scagliate. 31 Udite!: apostrofe del poeta agli italici. 40-42 han carca cupo sonò: qui Man- zoni indulge al gusto medievaleggiante diffuso nelle ballate romantiche del primo Ottocento, dove pullulano elmi, cavalli e ponti levatoi. Soldati longobardi, bassorilievo. Pavia, Pinacoteca. 785

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento