Il tesoro della letteratura - volume 2

La poesia barocca Marino non ignora la tradizione letteraria che lo precede. Al contrario, la conosce perfettamente e ne seleziona in modo accurato espressioni, versi e immagini che riutilizza nei suoi testi in accostamenti spesso bizzarri. A causa di questo suo modo di procedere è stato spesso accusato di plagio. Ma l abilità del poeta, secondo Marino, sta proprio nel saper recuperare il materiale della precedente produzione letteraria per riutilizzarlo liberamente in chiave nuova e originale. I princìpi teorici su cui si basa la poetica di Marino trovano realizzazione nelle sue opere. Si ricordano La lira, nella quale le liriche sono suddivise per metri e nuclei tematici, La galeria, e la Sampogna, raccolta di idilli. L Adone è il capolavoro di Marino: è un poema in ottave di endecasillabi che narra dell amore di Venere per il pastore Adone. Il soggetto, ripreso da un opera del poeta latino Ovidio, è ampliato con narrazioni, miti, digressioni e descrizioni che ruotano attorno all esaltazione dell amore e dei piaceri. La poetica della meraviglia Successo mondano e ricerca letteraria vanno dunque di pari passo. Marino sa adeguarsi al mutamento di sensibilità avvenuto negli ambienti aristocratici e culturali già alla fine del Cinquecento, in base al quale l esigenza fondamentale della poesia non sta più nella proposta dei contenuti, ma nella dimostrazione di ingegno e abilità formale. Si ritiene, in altri termini, che l intelligenza del lettore vada stimolata non tramite i significati delle opere, ma attraverso la varietà dei temi e delle soluzioni formali. I princìpi estetici della misura, dell armonia e della verosimiglianza propri dell arte rinascimentale sono ritenuti superati: l obiettivo diventa elaborare giochi stravaganti e arguzie sempre più innovative, perché secondo la sua celebre dichiarazione «è del poeta il fin la meraviglia . Un maestro della citazione In un certo senso, Marino non inventa nulla; egli asseconda semplicemente ma con abilità inarrivabile la moda trionfante del decorativismo che caratterizzava già la produzione poetica di Tasso, e che in epoca barocca diventa un fenomeno di costume, il gusto estetico dominante. Il suo modo di lavorare, in questo senso, è indicativo: egli conosce perfettamente le frasi, le espressioni, le immagini e le figure della tradizione; tra esse sceglie le più fantasiose e le decontestualizza, in modo da rompere ogni regola costituita e creare una sorta di shock nel lettore. Si serve cioè dei modelli in modo analitico, leggendo come egli afferma «col rampino (vale a dire, metaforicamente, con un gancio), selezionando e annotando le idee da sfruttare. Ciò spiega le accuse di plagio mossegli dai suoi rivali, a cui del resto egli risponde con coerenza ed efficacia indubbie, ribadendo la propria visione della poesia: l eccezionalità di un opera sta nella stupefacente variazione dei materiali a disposizione, nell abile e raffinata tecnica combinatoria e nella Decorativismo Prevalenza, in un opera libertà del poeta di ricercare e sfruttare quand arte figurativa e, per estensione, anche letteraria o musicale, di motivi puramente to di più prezioso e raro ci sia nella produziodecorativi. ne letteraria del passato. la parola in sintesi Ingegno e meraviglia sono alla base della poetica di Marino. Egli vuole sorprendere e stupire il lettore ricorrendo a scelte formali argute e originali. Le raccolte di liriche e gli scritti religiosi A tali princìpi Marino conforma tutta la sua opera, a partire dalla raccolta intitolata La lira (1614), contenente poesie organizzate in base ai metri e agli argomenti (rime amorose, marittime, boscherecce, eroiche, lugubri, morali e sacre). Al 1619 risale la prima edizione della Galeria, composta da oltre 400 sonetti e madrigali ispirati alle opere dei più apprezzati pittori e scultori del tempo. Del 1620 è invece La sampogna, comprendente 8 idilli favolosi di argomento mitologico e 4 idilli pastorali . Ispirazione religiosa hanno invece le Dicerie sacre, vere e proprie prediche a tema edite nel 1614, e il poema in 4 libri La strage degl innocenti, pubblicato postumo nel 1632. L Adone L opera maggiore di Marino è il poema mitologico L Adone, composto da 20 canti in ottave di endecasillabi, pubblicato a Parigi nel 1623. La trama è apparentemente semplice: vi si racconta l amore tra Venere e il bellissimo pastore Adone, alla fine ucciso da un cinghiale mossogli contro dalla gelosia di Marte. Il poeta latino Ovidio, nelle Metamorfosi, aveva narrato questa favola in 73 versi; Marino ne scrive più di 40000, con un infinita moltiplicazione dei materiali narrativi, una molteplice varietà di fonti evocate, una serie sterminata di digressioni, un elaboratissima successione di quadri montati sull esile filo del mito originario, che vanificano ogni possibile distinzione tra vicenda principale ed episodi secondari. Siamo dinanzi alla massima estensione di ciò che può diventare oggetto di poesia: intorno a un unico filo conduttore, l esaltazione dell amore e il godimento dei sensi, ruotano descrizioni di giardini e animali, di architetture e fontane, di strumenti mirabili (tra cui il telescopio, con l omaggio al suo inventore, Galileo) e divertimenti mondani, di 57

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento