T6 - Alla sera (Poesie)

Il primo Ottocento ¥ T6 ¥ Alla sera audiolettura Poesie, 1 Composto tra il 1802 e il 1803, ma collocato in posizione di apertura nell edizione definitiva delle Poesie (1803), il sonetto dedicato alla sera è un espressione compiuta dell io lirico foscoliano: riflessivo, meditativo, raccolto, perfettamente intonato al gusto dell immaginario notturno che si andava diffondendo in Europa proprio in quell epoca, e che costituisce uno dei segnali più forti dell espansione della nuova sensibilità romantica. La fine del giorno, la fine della vita METRO Sonetto con schema di rime ABAB, ABAB, CDC, DCD. 4 Forse perché della fatal qu ete tu sei l immago a me sì cara vieni o Sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, 8 e quando dal nevoso aere inqu ete tenebre e lunghe all universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. 11 Vagar mi fai co miei pensier su l orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme 14 delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirto guerrier ch entro mi rugge. 1 Forse: l inizio riecheggia l esordio di un sonetto (Forse però che respirar ne lice) del poeta cinquecentesco Giovanni Della Casa. fatal qu ete: la quiete della morte, fatale perché ordinata dal destino. 2 immago: immagine (è una deformazione del latino imago). 3-4 ti corteggian sereni: ti accompagnano le nubi estive e i dolci venti sereni (che sono sereni e insieme portano serenità). Le nuvole e i venti (zeffiri) formano un corteo metaforico della Sera personificata, che scende sulla Terra come una divinità. 5 nevoso aere: l aria invernale che annuncia la neve. 5-6 inqu ete meni: la frase è costruita in iperbato, con un enjambement e una struttura latineggiante (il verbo meni collocato alla fine). La sequenza ordinaria sarebbe porti (meni) lunghe e inquiete tenebre all universo . Da notare, infine, il parallelismo sottolineato dalla dieresi tra il verso 558 iniziale della prima quartina (qu ete) e il primo della seconda quartina (inqu ete). 7 sempre scendi invocata: io, dice il poeta, ti aspetto sempre, ti invoco. La sera è da lui sempre attesa e desiderata, in ogni periodo dell anno. 7-8 le secrete tieni: la sera possiede il segreto del cuore del poeta. 9-10 Vagar mi fai eterno: mi consenti di vagare, con i miei pensieri, sulle tracce di passi che procedono verso l eternità del nulla. Foscolo rivela qui la sua filosofia materialista, che non vede un aldilà oltre la vita mortale. Evidente è il riferimento al modello letterario e filosofico del poeta latino Lucrezio. 10 fugge: il verbo e il relativo concetto richiamano tre significativi momenti della tradizione lirica: i versi di Virgilio («Ma fugge intanto, fugge irrecuperabile il tempo , Georgiche, III, v. 284), di Orazio («Mentre parliamo, fugge il tempo invidioso , Odi, I, 11, vv. 7-8) e di Petrarca («ora mentre ch io parlo il tempo fugge , Canzoniere, 66, v. 3). 11 reo tempo: tempo negativo e iniquo: è espressione dantesca (Inferno, V, 6465: «Elena vedi, per cui tanto reo / tempo si volse ). 11-12 le torme si strugge: la molteplicità degli affanni e delle preoccupazioni in cui anche il tempo stesso (egli) si consuma (si strugge) con me (meco). Cure è un latinismo frequente nella poesia italiana. 13 io guardo la tua pace: contemplo la tua serenità (la tranquillità della sera). 13-14 dorme rugge: nel momento di trapasso dal giorno alla notte, i tormenti sembrano sospesi e l animo sempre inquieto e combattivo (spirto guerrier), che ruggisce dentro di me (ch entro mi rugge), pare placarsi (dorme). Il sintagma spirto guerrier ricorre in Della Casa e Alfieri.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento