2 - L’io lirico

Ugo Foscolo in sintesi La produzione lirica di Foscolo è quasi interamente incentrata sull io del poeta e sulla sua interiorità. Nella sua opera il tema autobiografico fonde vita e arte in una dimensione ideale in cui è assente qualsiasi richiamo al realismo. Secondo Foscolo l immaginazione, tramite la poesia, ha la capacità di innalzare l uomo verso l eternità e la bellezza, allontanandolo dalla sua condizione di essere mortale e dalla banalità del reale. Giuseppe Pietro Bagetti, Notturno con effetto di luna, 1815. Torino, Palazzo Reale. 2 L io lirico L espressione della soggettività La dimensione riflessiva in Foscolo è onnipresente; si traduce in meditazione, approfondimento psicologico incessante, ascolto dell io profondo, tentativo continuo di definizione di sé che arriva fino all autocelebrazione. Una parte rilevante della sua produzione costituisce infatti l espressione della propria soggettività, descrivendo gli impulsi che la determinano: i sonetti, in particolare, si configurano come un vero «libro dell io (Palumbo), nel quale anche la Storia, nella sua dimensione pubblica e collettiva, sembra restare in secondo piano, come una realtà esterna di cui il poeta registra soprattutto le conseguenze sul piano dell interiorità. Così sotto la lente d ingrandimento non va tanto il conflitto con il mondo (il «reo tempo del sonetto Alla sera) quanto i suoi riflessi sul sentimento individuale, sulle speranze o sui dolori privati. Autobiografia e letteratura Nelle sue opere poetiche l io lirico foscoliano scopre la funzione dell autobiografia come vera e propria avventura esistenziale, da esprimere in un opera che intreccia inevitabilmente vita e arte, motivi della tradizione letteraria e reinterpretazione personale. Allo stesso tempo però la sua scrittura rifiuta il realismo: la poesia non deve in alcun modo essere copia del reale , bensì dominio dell immaginazione e specchio dell ideale (concetto che diventerà esplicito nelle Grazie). Il potere della fantasia il poeta stesso a descrivere, nel saggio Dell origine e dell ufficio della letteratura, il potenziale inesauribile dell immaginazione umana: «La fantasia, traendo dai secreti della memoria le larve [fantasmi] degli oggetti, e rianimandole con le passioni del cuore, abbellisce le cose che si sono ammirate ed amate; rappresenta piaceri perduti che si sospirano [si rimpiangono]; offre alla speranza, alla previdenza i beni e i mali trasparenti nell avvenire; [ ] e quasi per compensare l umano genere dei destini che lo condannano servo perpetuo ai prestigi dell opinione ed alla clava della forza, crea le deità del bello, del vero, del giusto, e le adora; crea le grazie, e le accarezza; elude le leggi della morte, e la interroga e interpreta il suo freddo silenzio; precorre le ali del tempo, e al fuggitivo attimo presente congiunge lo spazio di secoli e secoli ed aspira all eternità; sdegna la terra . Questo sdegnare la terra indica nel contempo il disprezzo per la mediocrità della condizione mortale e l aspirazione dell artista a trascendere le costrizioni dell esistenza contingente, e quindi a superare la semplice espressione di un reale piatto e banale. Contro l incombere della notte e dell oblio che avvolge gli anni e l esistenza delle cose e delle persone, all uomo non resta che affidarsi all unica forma d azione capace di lasciare la memoria dell io: come Foscolo scrive nell ultimo dei suoi sonetti (Che stai? Già il secol l orma ultima lascia), l «arte e la «fama che dipende dalle «libere carte sono gli unici obiettivi a cui egli affida la propria esistenza e il ricordo di sé.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento