Il tesoro della letteratura - volume 2

Vittorio Alfieri Oh cielo! che dissi io mai? Me misera! Ove sono? Ove mi ascondo? Ove morir? Ma il brando tuo mi varrà * ciniro Figlia Oh! che festi? il ferro mirra Ecco, or tel rendo Almen la destra io ratta ebbi al par che la lingua. ciniro Io di spavento, e d orror pieno, e d ira, e di pietade, immobil resto. mirra Oh Ciniro! Mi vedi presso al morire Io vendicarti seppi, e punir me Tu stesso, a viva forza, l orrido arcano dal cor mi strappasti Ma, poiché sol colla mia vita egli esce dal labro mio, men rea mi moro ciniro Oh giorno! Oh delitto! Oh dolore! A chi il mio pianto? mirra Deh! più non pianger; ch io nol merto Ah! sfuggi mia vista infame; e a Cecri ognor nascondi ciniro Padre infelice! E ad ingojarmi il suolo non si spalanca? Alla morente iniqua donna appressarmi io non ardisco; eppure, abbandonar la svenata mia figlia non posso mirra 190 195 200 205 * Rapidissimamente avventatasi al brando del padre, se ne trafigge. 188 mi varrà: mi servirà (a procurarmi la morte). 189-190 la destra io ratta ebbi: la mia mano è stata pronta, veloce. 190-192 Io immobil resto: la mescolanza di spavento, orrore, ira e pietà rende efficacemente lo sbigottimento e la sorpresa di questo padre affettuoso e commiserevole nei confronti dell animo sconvolto della protagonista. 195 l orrido arcano: l orribile segreto. 196-197 Ma mi moro: ma poiché tale segreto (egli) è uscito dalla mia bocca soltanto insieme alla vita (cioè simultaneamente all atto di uccidermi), io muoio meno colpevole (men rea). 200 Cecri: moglie di Ciniro, madre di Mirra. 204 svenata: suicida. L attrice Adelaide Ristori nel ruolo di Mirra in un illustrazione per The Illustrated London News del 7 giugno 1856. Collezione privata. 451

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento