D2 - Gli antichi? «Buoni vecchi» che inventano storie. La

Il Seicento in sintesi Molti letterati italiani sperimentano soluzioni nuove: rifiutano il principio dell imitazione che era alla base della cultura umanisticorinascimentale e scatenano la fantasia, l estro e l inventiva. Gli autori si schierano contro i modelli: non si può riprodurre la poesia del passato, perché le opere dell ingegno umano sono un prodotto del tempo e dello spirito individuale. Come la scienza, anche la letteratura è in grado di progredire e rinnovarsi: l autorità degli antichi viene messa in discussione. DOCUMENTO 2 La ricerca dell originalità In Italia, la natura complessa e contraddittoria dell epoca è testimoniata per lo più dall esigenza, sentita da molti letterati, di imboccare sentieri mai battuti prima, nel tentativo di sperimentare soluzioni nuove. A dispetto dei luoghi comuni, il Seicento è anche il secolo della fantasia, dell estro e dell inventiva. Pur di essere o almeno apparire originali si scrive di tutto, anche assurdità; ma viene in questo modo messo radicalmente in discussione il canone umanistico-rinascimentale, attraverso il rifiuto del principio dell imitazione che ne era alla base. Il riscatto dei moderni a scapito dei classici In questo processo di emancipazione dall autorità, la letteratura pare talora accompagnare la scienza. Non è possibile così si comincia a ritenere riprodurre temi e caratteri della poesia del passato, poiché ogni frutto dell ingegno umano si manifesta in modi inediti, come un prodotto del tempo e dello spirito individuale. Pertanto, la condizione di subalternità psicologica e culturale verso gli antichi è messa in discussione: come in tutti gli altri campi, anche nella letteratura l essere umano è capace di progredire e rinnovarsi. Una convinzione, questa, formulata da molti scrittori negli stessi anni in cui Galileo ingaggia la propria battaglia a favore dell esperienza e della ragione. Se i moderni sono stati capaci di grandi invenzioni e di epocali scoperte geografiche e scientifiche, accumulando esperienze e saperi da tramandare alle future generazioni, perché in letteratura si chiedono gli scrittori ci si dovrebbe ostinare a proclamare la superiorità dei greci e dei romani? Gli antichi? «Buoni vecchi che inventano storie. La favola di Muzio Scevola Secondo Lancellotti, Farfalloni degli antichi storici Secondo Lancellotti, il cui vero nome è Vincenzo, nasce a Perugia nel 1583. Entrato nel 1605 nella Congregazione di Monte Oliveto, dalla quale viene incaricato di tenere prediche in varie città italiane, è autore di alcune opere notevoli per erudizione e arguzia, quali L oggidì overo il mondo non pegiore né più calamitoso del passato (1623), cui segue, nel 1636, una seconda parte col titolo L oggidì overo gl ingegni non inferiori a passati; in entrambi gli scritti egli sostiene la superiorità dei moderni sugli antichi. Anche l opera da cui è tratto il passo antologizzato, Farfalloni degli antichi storici (1636), ribadisce la medesima posizione culturale, attraverso la critica e la denuncia degli errori e delle incongruenze della tradizione classica. Lancellotti muore a Parigi nel 1643. L autore L autore finge di indignarsi per l audacia con cui i moderni osano mettere in discussione i miti tramandati dall antichità. 1 riputare: stimare. 30 Gli storici antichi ci tramandano una serie infinita di strafalcioni e falsi miti: questa è la convinzione di molti pensatori barocchi, impegnati nella critica del passato e nella difesa del presente. La polemica contro il concetto di autorità si traduce così nella denuncia delle esagerazioni e delle invenzioni autocelebrative presenti nelle letterature classiche. In questo passo l abate Lancellotti, in una prosa assai vivace, dimostra l inverosimiglianza di un celebre episodio della storia (o meglio dell aneddotica) romana, che ha come protagonista il nobile romano Caio Muzio Cordo (ca 524-480 a.C.). Questi, secondo la leggenda, dopo aver ucciso per sbaglio un funzionario del re etrusco Porsenna, anziché il re stesso (come avrebbe voluto), punì la mano colpevole dell errore stendendola su un braciere fino a consumarla. Da qui l appellativo per cui diventerà celebre: Scevola, cioè mancino. O questo sì, ch è troppo! Voler riputare1 e publicare per farfallone2 la più bella, la più degna, la più celebre azione che fosse scritta mai de Romani antichi, che 2 farfallone: cosa inventata.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento