T3 - Prevenzione ed educazione

Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene so della descrizione dello stato di schiavitù perpetua (r. 67), in cui il reo è paragonato a una bestia di servigio (r. 45) destinata a trascorrere la vita fra i ceppi o le catene, sotto il bastone, sot to il giogo, in una gabbia di ferro (rr. 72-73). Gli oggetti propri dell ambiente di detenzione sono quasi uno specchio della condizione psicologica ed esistenziale del condannato, e il suo punto di vista emerge chiaramente quando l autore ricorda come la condanna non rappresenti la fine, ma l inizio dei suoi mali, delineando un regime potenzialmente più crudele della pena capitale (anche se tale condizione, in realtà, spaventa più chi la vede che chi la soffre, r. 88, dal momento che chi la subisce finisce per concentrarsi sull infelicità del momento presente, perdendo di vista l assenza di prospettive future). 9 Ricostruisci la struttura del discorso di Beccaria, individuando tesi, argomentazioni, esempi. 10 Perché alle rr. 48-49 una frase è riportata in corsivo? 11 In quali punti del testo Beccaria fa ricorso ad argomenti di tipo giuridico? 12 In quali punti del testo Beccaria fa ricorso ad argomenti che richiamano la conoscenza della natura umana? 13 SCRIVERE PER ARGOMENTARE Quali argomenti di Beccaria ritieni tuttora validi? Esponi le tue considerazioni in circa 30 righe. T3 Prevenzione ed educazione Parr. 41 e 45 Dai temi della repressione e della punizione, che veniva concepita tradizionalmente (ma non da Beccaria) come espiazione di colpe morali e religiose, l accento passa, negli ultimi paragrafi del trattato, a quelli della prevenzione dei delitti e dell educazione dei cittadini. I mezzi più efficaci per impedire il crimine 5 10 41. Come si prevengano i delitti meglio prevenire i delitti che punirgli.1 Questo è il fine principale d ogni buona legislazione, che è l arte di condurre gli uomini al massimo di felicità o al minimo d infelicità possibile, per parlare secondo tutt i calcoli dei beni e dei mali della vita.2 Ma i mezzi impiegati fin ora sono per lo più falsi3 ed opposti al fine proposto. Non è possibile il ridurre la turbolenta attività degli uomini ad un ordine geometrico senza irregolarità e confusione. Come le costanti e semplicissime leggi della natura non impediscono che i pianeti non si turbino nei loro movimenti, così nelle infinite ed oppostissime attrazioni del piacere e del dolore, non possono impedirsene dalle leggi umane i turbamenti ed il disordine.4 Eppur questa è la chimera5 degli uomini limitati,6 quando abbiano il comando in mano. Il proibire una moltitudine di azioni indifferenti7 non è prevenire i delitti che ne possono nascere, ma egli8 è un crearne dei nuovi, egli è un definire a piacere la virtù ed il vizio, che ci 1 punirgli: punirli; qui e di seguito il pro- nome li in funzione di complemento oggetto (a sé stante o assorbito nel verbo) compare nella forma gli. 2 per parlare secondo tutt i calcoli del la vita: in riferimento ai beni e ai mali che la vita può offrire. 3 falsi: inadeguati, inefficaci. 4 non possono impedirsene il disordi ne: le leggi non possono impedire il turbamento e il disordine propri delle passioni umane. 5 chimera: illusione, pretesa infondata. 6 limitati: che hanno una visione parziale. 7 indifferenti: ininfluenti sul piano giuridico. 8 egli: il consueto pleonasmo che si tro- va in Beccaria. 287

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento