Il tesoro della letteratura - volume 2

La poesia del Settecento 15 20 Deh, perché mai la fronte or mi discopri, e la beata notte mi rimembri che al casto fianco dell amica assiso a suoi begli occhi t insegnai col dito! Al chiaror di tue rote ella ridenti volgea le luci; ed io per gioia intanto a suoi ginocchi mi tenea prostrato, più vago oggetto a contemplar rivolto, che d un tenero cor meglio i sospiri, meglio i trasporti meritar sapea. 15 Deh: interiezione tipica della tradizio- ne lirica italiana. la fronte or mi discopri: ora illumini il mio volto; se invece la fronte, come intendono alcuni commentatori, è quella della costellazione, e non del poeta, la frase significa ora mi mostri il tuo volto , mi appari . 16 rimembri: ricordi (così al v. 25 rimembranze è sinonimo del sostantivo ricordi ). 17 che: quando, in cui. amica: donna amata. assiso: seduto. 18 insegnai: indicai. 19 rote: le ruote del carro, vale a dire le 25 30 Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque, dunque io per sempre v ho perduti, e vivo? E questa è calma di pensier? son questi gli addormentati affetti? Ahi, mi deluse della notte il silenzio, e della muta mesta natura il tenebroso aspetto! Già di nuovo a suonar l aura comincia de miei sospiri, ed in più larga vena già mi ritorna su le ciglia il pianto. stelle dell Orsa Maggiore, oppure, secondo altri commentatori, gli apparenti movimenti circolari della costellazione; si tratta comunque di un vocabolo di ascendenza dantesca. 20 luci: occhi. 21 mi tenea prostrato: stavo chinato. 22 più vago rivolto: teso a contemplare un oggetto più bello di quello ammirato dalla donna (le stelle), cioè teso a contemplare la donna stessa. 23-24 che d un tenero cor meritar sapea: che era più degno di ricevere i sospi- ri e gli slanci (trasporti) di un cuore sensibile (tenero). 26 e vivo?: e tuttavia continuo a vivere? 27 calma di pensier: pace, assenza di turbamento interiore. 28 gli addormentati affetti: i sentimenti che credevo sopiti. deluse: ingannò. 31-32 Già di nuovo sospiri: l aria comincia ormai a risuonare nuovamente dei miei sospiri. 32 in più larga vena: con maggiore abbondanza. Analisi ATTIVA La suggestione del Werther I contenuti tematici In questo componimento il poeta rielabora, in modi elegiaci e malinconici, un passo dei Dolori del giovane Werther di Goethe: «Tutto è silenzio intorno a me e la mia anima è tran quilla [ ] io mi affaccio alla finestra e vedo ancora alcune rare stelle in mezzo a nuvole tempestose, che si accavallano e fuggono nei cieli. No, voi non cadrete, o stelle! l Eterno vigila su di voi. Vedo l Orsa, che mi è la più cara delle costellazioni. Di notte, quand io mi partivo da te, la vedevo sempre accennarmi dal cielo . Combinando questa suggestione da Goethe con la propria esperienza biografica, Monti inventa un tipo di poesia sentimentale che rappresenta «un varco tra illuminismo e protoromanticismo (Contini). 1 Individua nel testo i passi e le espressioni che sottolineano lo stato d animo inquieto del poeta. 2 Quale elemento naturale corrisponde all inquietudine del poeta? La struttura del componimento Il testo può essere suddiviso in quattro sequenze. Nella notte profonda in cui tutti sembrano assopiti, il protagonista, insonne, balza dal letto e si pone in contemplazio ne della natura, e in particolare delle stelle che luccicano dalle nubi squarciate dal vento (vv. 18). Egli passa poi a meditare sulla caducità dei corpi celesti, chiedendosi retorica mente se un giorno anch essi moriranno (vv. 914). Nella terza sequenza (vv. 1524), la visione dell Orsa Maggiore fa sorgere nel suo animo il ricordo di un altra notte, ben più felice, in cui si era trovato a guardarla seduto accanto alla donna amata. L ultima parte della lirica, infine, è incentrata sui motivi della caduta dell illusione amorosa e del do lore per l assenza della donna (vv. 2533). 261

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento