Geo ATTUALITÀ - L'emergenza rifugiati

Geo attualità

L'emergenza rifugiati

Guerre, persecuzioni politiche e religiose, carestie, catastrofi naturali: sono molti i motivi che costringono milioni di persone nel mondo ad abbandonare il loro Paese d’origine. Questi migranti sono chiamati rifugiati e godono, almeno in teoria, di speciali protezioni in base al diritto internazionale: possono ottenere il diritto di asilo e i Paesi stranieri sono tenuti ad accoglierli. La Convenzione di Ginevra del 1951 – il trattato internazionale che stabilisce i diritti dei rifugiati e gli obblighi dei Paesi che li accolgono – definisce rifugiato “una persona che, per il fondato timore di poter essere perseguitato a causa della propria razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale, o opinione politica, si trova al di fuori del proprio Paese d’origine e non può, oppure, a causa di tale timore, non vuole rientrarvi”.

la situazione attuale

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHRC), l’agenzia dell’ONU fondata nel 1950 per fornire assistenza ai rifugiati e sensibilizzare l’opinione pubblica, i rifugiati sono oltre 25 milioni in tutto il mondo. A questi si devono aggiungere 68 milioni di sfollati interni, cioè persone che, pur non essendo espatriate, sono state costrette a spostarsi in altre regioni del proprio Paese. Un gran numero di rifugiati proviene dall’Afghanistan (circa 3 milioni), dall’Africa Centrale (oltre 2,5 milioni solo dal Sud Sudan) e dal Corno d’Africa.

Attualmente la più grave emergenza è però quella causata dalla guerra civile siriana e dagli scontri che stanno insanguinando altri Paesi del Medio Oriente, come l’Iraq e lo Yemen. Dal 2011, oltre 6 milioni di siriani sono stati costretti a lasciare le proprie case, perché vittime di rappresaglie e bombardamenti. La maggior parte si è rifugiata nei Paesi vicini: la Turchia ne ospita 3,5 milioni, il Libano circa un milione, la Giordania 700.000. Qui vivono in grandi accampamenti vicino al confine, in condizioni spesso precarie.

Altri siriani cercano invece di raggiungere Paesi più lontani (in Europa e America Settentrionale), dove sperano di ricongiungersi ad amici e parenti; affrontano perciò durissimi e pericolosi viaggi clandestini attraverso il Mar Mediterraneo, a bordo di barconi di fortuna, o lungo i Paesi dei Balcani, trasportati a pagamento da criminali senza scrupoli. Sono purtroppo sempre più frequenti i casi di naufragi nel Mediterraneo, che provocano centinaia di morti.

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