Ad alta quota - volume 3

STORYTELLING – Raccontare le migrazioni

Le storie dei migranti che giungono in Europa, dopo viaggi drammatici e molte vicissitudini, sono spesso descritte da giornalisti, scrittori e geografi.

Sempre più frequentemente, però, anche gli stessi migranti hanno occasione di raccontare le loro esperienze e quello che hanno dovuto affrontare nel loro Paese d’origine e durante i loro spostamenti. Di seguito sono presentate tre storie di migrazione, per cominciare a riflettere su questo fenomeno geostorico e sociale incredibilmente sfaccettato e complesso.

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Enaiat e la fuga dall’Afghanistan

Nel 2010 viene pubblicato in Italia Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari, un libro di Fabio Geda che racconta la storia di Enaiat, un ragazzino afghano di poco più di dieci anni.

Dopo l’uccisione del padre, la madre spinge Enaiat a fuggire dall’Afghanistan, alla ricerca di un destino migliore. Da solo e con mezzi di fortuna attraversa Pakistan, Iran, Turchia, Grecia, prima di arrivare in Italia.

Il romanzo è la storia vera di un giovane migrante (quello che la legge definisce “minore straniero non accompagnato”) che, come molti altri, è costretto a lasciare la sua terra nel tentativo di avere una vita e qualche speranza di dignità e giustizia.


Prova ad immedesimarti nella condizione di questo ragazzo. Se dovessi scrivere una lettera per salutare la tua terra e la tua famiglia, su che cosa ti concentreresti? Che cosa ti mancherebbe di più? I luoghi conosciuti e familiari, le abitudini quotidiane, le persone che incontri ogni giorno?

Rosarno e la rivolta dei migranti

Rosarno è un comune di meno di quindicimila abitanti, in provincia di Reggio Calabria. Il 7 gennaio del 2010 centinaia di lavoratori agricoli extracomunitari, che vivono accampati in condizioni precarie in vecchie strutture abbandonate e in disuso, protestano per le strade della cittadina in seguito al ferimento di due connazionali, avvenuto qualche giorno prima. Alla protesta seguono scontri con la polizia e scene da guerriglia urbana trasmesse da tutti i telegiornali.

Gli eventi accendono il dibattito sulle condizioni dei lavoratori (circa 1500) impiegati nella raccolta degli agrumi e degli ortaggi nelle zone tra Gioia Tauro e Rosarno.

Il 10 gennaio del 2010, sul quotidiano “La Repubblica”, compare un intervento del giornalista Adriano Sofri che in quell’occasione adatta la poesia di Primo Levi Se questo è un uomo (basata sull’esperienza dell’autore nel campo di sterminio di Auschwitz) alla condizione dei migranti di Rosarno. Lager o fabbrica abbandonata, il tema è lo stesso secondo Sofri: la scomparsa silenziosa e dolorosa di ogni umanità, cancellata da miseria e isolamento.


Tu quali temi comuni trovi tra queste due poesie? Ti vengono in mente altre situazioni simili? Confrontati con un compagno e scrivete le risposte alle domande.


Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d’inverno.

[…] O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi)


Nei ghetti d’Italia

Di nuovo, considerate di nuovo

Se questo è un uomo,

Come un rospo a gennaio,

Che si avvia quando è buio e nebbia

E torna quando è nebbia e buio,

Che stramazza a un ciglio di strada,

Odora di kiwi e arance di Natale,

Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,

Che contende ai topi la sua cena,

Che ha due ciabatte di scorta,

Una domanda d’asilo,

Una laurea in ingegneria, una fotografia,

E le nasconde sotto i cartoni,

E dorme sui cartoni della Rognetta,

Sotto un tetto d’amianto,

O senza tetto,

[…]

Scrivono grande: NEGRO,

Scartato da un caporale,

Sputato da un povero cristo locale,

Picchiato dai suoi padroni,

Braccato dai loro cani,

[…] E distogliete gli occhi da questa

Che non è una donna

Da questo che non è un uomo

Che non ha una donna

E i figli, se ha figli, sono distanti,

E pregate di nuovo che i vostri nati

Non torcano il viso da voi.

(Adriano Sofri)

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Siamo diventati frammenti

We Became Fragments è un breve documentario (dura meno di tredici minuti), che racconta la storia dell’adolescente siriano Ibraheem Sarhan, rifugiatosi a Winnipeg, in Canada. Dopo aver perso sua madre e quattro fratelli in un bombardamento che a undici anni lo ha lasciato ferito alle gambe, Ibraheem e suo padre provano a crearsi una nuova vita, nonostante il passato doloroso.

Il film segue Ibraheem durante la sua prima settimana di scuola superiore a Winnipeg e descrive soprattutto lo stato di incertezza emotiva nel quale il giovane migrante si trova. La domanda che Ibraheem si pone è: come è possibile ritrovare una propria identità, quando la propria famiglia e la propria casa non esistono più?

Ibraheem è uno degli oltre 2,5 milioni di bambini siriani che, a causa del conflitto in corso in Siria, sono stati costretti a fuggire in altri Paesi e stanno provando a integrarsi.

I minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano a fine 2017 erano 18.303: 1229 sotto i 14 anni, 116 con meno di 6 anni. Il problema è però molto più ampio e non riguarda solo la Siria.


Se vuoi conoscere e approfondire altre storie di ragazzi migranti, puoi visitare il sito di Save the Children e leggere l’Atlante “Crescere lontano da casa”: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/atlante-minori-stranieri-non-accompagnati-italia-2018.

Competenze in azione

In questo percorso:

  • hai riflettuto sul rispetto dei diritti umani, che sono alla base della democrazia, presupposto di un atteggiamento responsabile e costruttivo;
  • hai confrontato diverse situazioni simili tra loro, accomunate dal desiderio di uno stile di vita sostenibile;
  • hai esercitato il tuo pensiero critico, mettendo in relazione le vite dei tuoi coetanei migranti con la tua e raffrontando tra loro punti di vista diversi sul tema delle migrazioni, soprattutto dei minori stranieri non accompagnati.

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