Ad alta quota - volume 3

PBL – Donne e pari opportunità

La parità di genere è un concetto relativamente recente. Se ne parla per la prima volta nel 1975, nel saggio The Traffic in Women: Notes on the ”Political Economy” of Sex scritto dall’antropologa statunitense Gayle Rubin.

In quegli anni si sviluppavano le teorie femministe e la discussione sul ruolo dell’uomo e della donna nella società era al centro del dibattito politico e sociale.

Nel saggio si definisce l’insieme dei processi e dei comportamenti attraverso cui in ogni società si organizzano culturalmente le differenze tra uomini e donne.

Si presentano in modo critico i rapporti storicamente gerarchici tra i generi che secondo l’autrice in quegli anni sono ancora di oppressione e subordinazione da parte del genere maschile nei confronti di quello femminile.

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La sfida

Oggi, nella nostra società, esistono ancora forme di discriminazione femminile che impediscono alle donne di beneficiare delle stesse opportunità degli uomini in molti campi della vita sociale, civile e politica.

Molti sono i fattori che determinano atteggiamenti e modi di pensare più o meno discriminatori, come per esempio l’educazione ricevuta o la cultura e la storia del Paese di appartenenza.

Confrontati e organizzati con le compagne e i compagni e, dopo una ricerca e un approfondimento sul tema, provate insieme a rispondere alla seguente domanda:


Quali piccole abitudini e strategie andrebbero adottate in famiglia, a scuola, con gli amici per realizzare un’autentica parità di genere? Rifletti, informati e poi lavora in gruppo per lavorare a un decalogo di buone abitudini per rispettare la parità di genere.

Informarsi

  • Nel suo saggio, l’antropologa Gayle Rubin scrive: «Gli uomini e le donne sono, è ovvio, diversi. Ma non sono così diversi come il giorno e la notte, la terra e il cielo, la vita e la morte. Dal punto di vista della natura gli uomini e le donne sono più simili gli uni alle altre che a qualsiasi altra cosa – alle montagne, ai canguri o alle palme da cocco. L’idea che siano diversi tra loro più di quanto ciascuno di essi lo è da qualsiasi altra cosa deve derivare da un motivo che non ha niente a che fare con la natura».
    Che cosa pensate? Prima di iniziare le vostre ricerche, discutetene insieme: quanto l’uomo e la donna sono diversi? Che cosa li accomuna?
  • Le donne italiane hanno ottenuto il diritto di voto e la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica del proprio Paese solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Si recarono per la prima volta alle urne in occasione delle elezioni amministrative del 1946 e la loro affluenza fu dell’89%. Le donne elette alla Costituente furono 21 e 5 deputate entrarono a far parte della commissione incaricata di scrivere la Costituzione.
    In altri Paesi, come la Nuova Zelanda o la Gran Bretagna, il suffragio femminile era già stato approvato diversi anni prima.
    Oggi quante donne sono presenti nel Parlamento italiano? Confronta questi dati con quelli di altri Paesi europei.
  • Durante i periodi di maggiore crisi economica o sociale, può accadere che ruoli generalmente attribuiti a un determinato genere smettano di essere così definiti. Per esempio, durante il periodo bellico, le donne, oltre a calcare in alcuni casi i campi di battaglia come le infermiere della Croce Rossa, furono chiamate ad affiancare o sostituire gli uomini in svariate occupazioni: nell’industria bellica, come braccianti agricole, medici, cuoche, macchiniste e poliziotte, e tutto questo senza mai abbandonare le consuete e consolidate mansioni domestiche.
    Nella relazione fra generi, questa fu una vera e propria rivoluzione che sovvertì la percezione del ruolo delle donne nella società. I modelli, le gerarchie e le distinzioni che sembravano ormai fortemente consolidati e immutabili iniziarono a essere messi in discussione.
    Perché secondo voi questo accade proprio nelle situazioni di grave crisi? Sapete trovare altri esempi in cui i ruoli sociali non sono più così rigidi?
  • Come definisce l’Enciclopedia Treccani, le “quote rosa” sono un provvedimento che ha lo scopo di «equilibrare la presenza di uomini e donne nelle sedi decisionali (consigli di amministrazione, sedi istituzionali elettive e così via) e che si realizza introducendo obbligatoriamente un certo numero di presenze femminili».
    L’obiettivo è quello di ridurre la discriminazione di genere ed è in linea con l’art. 4 della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna adottata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1979, in cui gli Stati si impegnano ad «adottare misure temporanee speciali, tendenti ad accelerare il processo di instaurazione di fatto dell’uguaglianza tra gli uomini e le donne».
    Dal 2006, in Norvegia la legge prevede l’obbligo di quote rosa nei Consigli di amministrazione (Cda) delle società. L’obiettivo era raggiungere il 40% di presenza femminile nei consigli di amministrazione entro il 2008; oggi il 41% delle posizioni dirigenziali è occupato da donne. In Italia, l’obbligo delle quota rosa nei Cda è in vigore dal 2012.
    Ci sono altre situazioni in cui reputate sia giusto inserire le quote rosa? Quali e perché?
  • A fronte di Paesi in cui sono stati fatti grandi passi avanti in termini di democrazia ed emancipazione femminile, esistono luoghi nel mondo in cui la strada da fare è ancora molto lunga. In Iran, per esempio, le donne non possono nemmeno cantare da soliste in pubblico, né assistere a partite di calcio o di pallavolo.
    L’Iran, il Sudan e la Somalia sono tra i Paesi a non avere ancora aderito alla Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna. Altri come gli Stati Uniti hanno firmato l’accordo ma non lo hanno ancora ratificato (non si sono vincolati all’obbligo di rispettare i contenuti della Convenzione).
    Conoscete altre nazioni nel mondo che non rispettano i diritti essenziali dichiarati nella Convenzione? Quali sono?

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Collaborare

Dividetevi in gruppi, assicurandovi che la presenza maschile e femminile sia equilibrata.

L’obiettivo è quello di elaborare un decalogo di buone abitudini per rispettare la parità di genere.

Il lavoro andrà poi condiviso con la classe, ma prima potreste somministrare un sondaggio ai compagni per verificare quali sono i comportamenti che mettono in atto nella vita di tutti i giorni.

Pur lavorando tutti alla scrittura del decalogo, ciascuno parteciperà ai lavori assumendo un ruolo specifico. Ecco qualche suggerimento:

  • ricercatore: si occupa di raccogliere informazioni ed esempi sulla situazione delle donne in diverse parti del mondo, compresa l’Italia;
  • redattore: stabilisce piccole regole di scrittura del testo, da proporre e definire col gruppo. Controlla la coerenza formale del decalogo, prima di condividerlo con la classe;
  • custode delle pari opportunità: verifica che durante il lavoro ciascuno abbia lo spazio per esporre le proprie idee e opinioni;
  • coordinatore: monitora i lavori, controlla che ciascuno porti a termine il lavoro assegnato nei tempi stabiliti in partenza, suggerisce possibili direzioni da seguire nel caso ci fossero momenti di stallo;
  • sondaggista: predispone il sondaggio da somministrare ai compagni per esplorare le loro abitudini e idee rispetto alla parità di genere.

Uno strumento efficace per somministrare sondaggi è Google Moduli (https://docs.google.com/forms/u/0/), che consente di raccogliere comodamente tutti i risultati e di creare tabelle e diagrammi.

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Collaborare

Somministrate il sondaggio che avete preparato per verificare i comportamenti e le abitudini quotidiane dei vostri compagni, così da tenerne conto quando esporrete il decalogo.

Presentate poi il vostro lavoro e, dopo averne discusso con l’insegnante e il resto della classe, provate a creare un nuovo decalogo condiviso da tutti sulla base delle osservazioni emerse.

Competenze in azione

In questo percorso:

  • hai compreso che il rispetto dei diritti umani è alla base della democrazia ed è il presupposto di un atteggiamento responsabile e costruttivo;
  • hai indagato la diversità sociale e culturale, la parità di genere e quanto possano incidere sulla coesione sociale;
  • hai lavorato con gli altri per approfondire quali siano i codici di comportamento e le norme di comunicazione adatte a promuovere il successo delle relazioni interpersonali e della partecipazione alla società;
  • hai esercitato la tua capacità critica, che comprende il rispetto della diversità degli altri e delle loro esigenze e la disponibilità sia a superare i pregiudizi, sia a raggiungere compromessi.

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Il mondo