Era il 9 novembre del 1989 quando, dopo 28 anni, il muro di Berlino fu abbattuto.
All’epoca molti avevano sperato che fosse il primo passo verso un mondo senza più barriere, ma la realtà è che oggi si contano ancora molti muri: basta pensare al muro in Corea, che risale al 1953 e si trova all’altezza del 38° parallelo. Dopo una guerra costata quasi tre milioni di morti, la suddivisione in Corea del Nord e Corea del Sud sembrò infatti la soluzione migliore per marcare le due principali aree di influenza sul territorio, quella sovietica e quella americana.
Anche il Marocco, negli anni Ottanta del Novecento, ha costruito un muro di sabbia alto quasi 10 metri e lungo 2000 chilometri per difendersi dal Fronte Polisario, un’organizzazione militare attiva nella zona dell’ex Sahara spagnolo. La linea del muro oggi è stata fortificata con campi minati, torrette e mitragliatrici che fanno fuoco quando avvertono qualsiasi movimento percepito dai radar.
”È passato un quarto di secolo dalla caduta del muro di Berlino.
Quando visitai per la prima volta Berlino nel 1983, la città era ancora divisa in zona est e ovest. I turisti potevano visitare Berlino Est, però dovevano passare attraverso numerosi posti di blocco ed erano tenuti a lasciare la zona entro la mezzanotte. Al rintocco della campana, come Cenerentola che abbandona il ballo.
In quell’occasione andai a vedere Il flauto magico al Teatro dell’Opera di Berlino Est, con mia moglie e un amico. La messa in scena e l’atmosfera del teatro erano meravigliosi. Ma atto dopo atto le lancette dell’orologio si avvicinavano sempre più alla mezzanotte. Ricordo che ci precipitammo al Checkpoint Charlie e che riuscimmo ad arrivare appena in tempo. Fu comunque la rappresentazione del Flauto magico più emozionante della mia vita.”
Haruki Murakami