Il settore primario

CONOSCO

Il settore primario

Il settore primario, come abbiamo visto, comprende l’agricoltura, l’allevamento, la pesca e l’estrazione dal sottosuolo di materie prime.

Le modalità con cui si pratica l’agricoltura oggi nel nostro Paese e nel nostro continente sono frutto di uno sviluppo iniziato diversi millenni fa, quando l’uomo imparò le prime rudimentali tecniche per coltivare i vegetali di cui poteva nutrirsi.

Da allora e per lunghissimo tempo le società umane sono state prevalentemente agricole; nel tempo si sono succeduti diversi sistemi per migliorare la produttività della terra, diventati molto efficaci in secoli piuttosto recenti, grazie anche al progresso scientifico e tecnologico.

la rivoluzione agricola ha permesso raccolti più abbondanti

L’agricoltura e l’allevamento nacquero in Mesopotamia circa 10 000 anni fa, quando l’uomo scoprì che il naturale ciclo vegetativo delle piante, dal seme al frutto, poteva essere riprodotto e adattato alle proprie esigenze. Per coltivare la terra, i primi contadini utilizzavano strumenti molto semplici. Gli animali fornirono presto un aiuto fondamentale: la forza per trainare gli aratri e il letame per concimare la terra (oltre ai prodotti alimentari e per il vestiario: latte, carne, lane e pelli).

Molto lentamente, nel corso dei millenni, le attività agricole divennero sempre meno “spontanee”, grazie all’introduzione di nuovi strumenti e tecniche. In Inghilterra, tra il XVI e il XVIII secolo, si verificò un grande progresso, che gli storici chiamano Rivoluzione Agricola. Le terre utilizzate collettivamente dai contadini vennero recintate e concentrate nelle mani di pochi proprietari, che miravano a ottenerne un guadagno vendendo i prodotti agricoli.

I campi, prima lasciati a riposo affinché la terra impoverita dalle continue coltivazioni recuperasse la sua fertilità, cominciarono a essere seminati a foraggio. Questo sistema comportò due grandi vantaggi: il foraggio “nutriva” la terra per la semina successiva, e inoltre poteva essere usato come alimento per il bestiame. In questo modo si ottenevano raccolti più abbondanti e si poteva allevare un maggior numero di pecore e mucche.

Grazie all’aumentata disponibilità di cibo, la popolazione cominciò a crescere e presto nelle campagne vi fu un eccesso di manodopera. Tutto ciò rese possibile lo spostamento di parte della popolazione dalle campagne alle città dove, come vedremo più avanti, stavano nascendo le prime fabbriche moderne.

L’agricoltura moderna è soprattutto intensiva

Dall’Inghilterra del XVIII secolo a oggi i cambiamenti nel modo di coltivare la terra sono stati molto più rapidi e radicali di quelli avvenuti in tutta l’epoca precedente, e il settore primario dei Paesi sviluppati è divenuto sempre più produttivo.

Se in passato l’agricoltura era perlopiù estensiva (la produzione era basata sulla disponibilità di ampie estensioni di terreno), l’agricoltura moderna è soprattutto intensiva, cioè mira a ottenere il massimo rendimento su superfici ristrette, grazie all’impiego di macchinari e di impianti di irrigazione, alle tecniche di selezione delle sementi, all’uso di prodotti chimici (concimi, antiparassitari, diserbanti).

L’agricoltura si è insomma “industrializzata”, occupando sempre meno addetti (sostituiti dai mezzi meccanici). Tra settore primario, che fornisce all’industria i prodotti da trasformare, e industria, che fornisce all’agricoltura macchine e prodotti chimici, la relazione è sempre più stretta.

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I metodi tradizionali sopravvivono

Il settore primario, tuttavia, presenta ancora forme di produzione più tradizionali, rivolte all’autoconsumo e al rifornimento di mercati locali. In Italia e in Europa non mancano aree di agricoltura estensiva, che occupano vaste superfici con scarse rese; oppure colture specializzate – vigneti, uliveti, frutteti – in cui il successo commerciale è dato dalla qualità e dalla tipicità dei prodotti.

  Geo TOURING

Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna

Nel corso del XX secolo molti impianti estrattivi europei sono stati chiusi per esaurimento dei giacimenti o per il minor costo di quelli situati in altri continenti. La chiusura delle miniere ha spesso comportato grandi cambiamenti sociali e culturali.

È il caso della Sardegna Sud-Occidentale, che dalla metà del XIX secolo agli anni ’70 del XX secolo ha ospitato villaggi di minatori ed edifici direzionali di imprese che impegnavano capitali da tutta Europa. Una storia di fatiche e di solidarietà che oggi viene rievocata dalle strutture comprese nel Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, in bellissimi paesaggi tra la montagna e il mare. Le principali attrazioni del Parco si trovano nell’area del Sulcis. Qui si possono visitare miniere e strutture estrattive (vedi la foto), oltre a musei che espongono bellissimi esemplari di minerali e ricostruiscono la vita e il lavoro dei minatori.

GUIDA ALLO STUDIO

Geo CONCETTI CHIAVE

1 Dove è nata l’agricoltura?

2 In che cosa è consistita la Rivoluzione Agricola dei secoli XVI-XVIII?

3 Che differenza c’è tra agricoltura intensiva ed estensiva?

4 Che cosa sono le colture specializzate?

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L’Italia e l’Europa